Berlusconi svela Tajani premier: “Se stallo, mi ricandido”

Berlusconi, no larghe intese. Di Maio mai un lavoro, come fa premier?

MILANO – “Tajani è un uomo giusto per rivestire l’incarico di presidente del Consiglio”. Silvio Berlusconi non ha dubbi e partecipando al forum Facebook-Ansa fa un passo in avanti nell’investitura dell’attuale presidente del Parlamento Europeo a candidato di Forza Italia per palazzo Chigi. Certo, il Cavaliere riconosce come il “trasloco” di Tajani sia una “perdita” di rappresentanza per l’Italia a Bruxelles, ma è altrettanto convinto che proprio i rapporti del numero uno dell’Europarlamento con i vertici europei siano la chiave di volta per riportare “l’Italia a contare sulla scena internazionale”.

Insomma a pochi giorni dalle urne non sembrano esserci più molti dubbi su chi, a detta del Cavaliere, debba ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio. Come si sa però Berlusconi gioca sempre su più tavoli e, vista l’incertezza sul responso che consegneranno le urne, il leader azzurro ha già pronto un piano B.

Escluse le “larghe intese perché in Italia – dice – non siamo come la Germania”, il capo di Forza Italia vede come unico scenario possibile il ritorno al voto. E se nel frattempo dovesse essere arrivata da Strasburgo una sentenza a lui favorevole, che gli permetta di avere piena agibilità politica, il Cavaliere non chiude la porta all’idea di ricandidarsi alla guida dell’Italia: “Sono a disposizione”, dice senza tanti giri di parole ripercorrendo a ritroso la sua storia e ricordando che la decisione di “mettersi al servizio del Paese risale al ’94. Nessuno mi credeva, ma diedi vita a Forza Italia e scesi in campo per evitare che si finisse nelle mani dei comunisti”.

Insomma nessuna intenzione di farsi da parte anche se l’ex capo del governo non ha dubbi sull’esito della contesa elettorale: “Siamo in vantaggio e avremo la maggioranza”. E per mettere a tacere le voci di divisioni e i distinguo con Salvini e Meloni, Berlusconi annuncia la partecipazione alla manifestazione unitaria giovedì prossimo, 1 marzo, a Roma.

Unità della coalizione con un perimetro però ben definito che non lascia spazio a forze politiche come CasaPound: “La nostra coalizione non ha nulla a che fare con loro – mette in chiaro il leader di FI che non ha gradito il tifo di Di Stefano per Salvini – e non avremo nulla a che fare con loro né ora, né in futuro”.

Il Cav, poi, non dà nessuna chance di vittoria al Pd: “Riconosciamo a Renzi il merito di aver tagliato il cordone ombelicale con i comunisti, ma il suo partito è diventato una scatola vuota”. Ancora più duri i giudizi sul movimento Cinque Stelle: “Non saprebbero amministrare un’edicola – accusa l’ex capo del governo – e Di Maio che non ha mai lavorato e non ha una laurea come può guidare il Paese?”.

Il leader di Forza Italia promette che tra i primi provvedimenti messi in campo dal futuro governo di centrodestra ci sarà l’impegno a non “aumentare l’Iva nel 2018-2019, ad aumentare le pensioni minime, anche per i disabili” e poi, oltre alla flat tax ormai divenuta un vero e proprio cavallo di battaglia, Berlusconi ribadisce l’intenzione di mettere mano alla Costituzione introducendo “il vincolo di mandato e l’elezione diretta del Capo dello Stato”.

Quindi rispolvera un “evergreen” dei suoi programmi di governo: la separazione delle carriere dei magistrati e l’impossibilità di ricorrere in Appello e in Cassazione nel caso in cui l’imputato venga assolto.

dell’inviata Yasmin Inangiray/ANSA)

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