Calenda: “Il leader è Gentiloni”. Martina media sui capigruppo

Il primo ministro Paolo Gentiloni,. ANSA/CLAUDIO PERI

ROMA. – Maurizio Martina compie i primi passi in vista dell’Assemblea nazionale di aprile, che dovrà eleggere il segretario del Pd, e lo fa sminando le tensioni sulla nomina dei capigruppo Dem di Camera e Senato. Intanto inizia il confronto interlocutorio con i 5 stelle per le presidenze delle Camere. Ed il Pd – costretto dal voto ad un ruolo di spettatore rispetto alla partita giocata in campo da M5s e Lega-Forza Italia – non chiude all’ipotesi di votare profili autorevoli e di garanzia. Ma deve gioco forza aspettare le mosse degli avversari politici.

Intanto prosegue la partita interna e il reggente dem ha avuto infatti colloqui con i leader delle diverse anime del Pd per evitare una contrapposizione tra renziani e non renziani in questo passaggio delicato. E mentre sono iniziate le Assemblee che dovranno coinvolgere tutti e 6.000 circoli Dem presenti in Italia, Carlo Calenda rilancia la leadership di Paolo Gentiloni: “Dovrà essere il punto di riferimento”, dice rimproverando che non sia stato fatto il suo nome come candidato premier del centrosinistra, favorendo esiti ben diversi della partita.

Gentiloni, dal canto suo, parla per la prima volta dopo il voto ed ecumenico osserva che “servono serietà e coraggio per dare un futuro al Paese”. Un invito che qualcuno ha visto rivolto anche al Pd. Martina ad Ostia ha incontrato i cittadini al Ciofs-Fp, il centro di formazione professionale delle suore salesiane. “Vogliamo tornare nei territori – ha detto – e ascoltare esperienze come questa, partire dalla comunità, dalle realtà anche più difficili in cui si fanno progetti importanti”.

Il partito ha lanciato anche l’hashtag #6000assemblee per incentivare i Circoli del Pd a condividere sui social gli esiti delle loro assemblee. Tra esse quella di Modena, dove il Ministro Claudio De Vincentis, ha riferito che è emerso il “no” dei militanti a “innaturali alchimie governiste”, cioè a patti con M5s o con centrodestra.

A Martina e Guerini era toccato affrontare con i M5s la partita sulle presidenze dei Camera e Senato. I Dem sono ininfluenti in caso di accordo M5s-Lega mentre avrebbero voce in capitolo in caso contrario: il dubbio è se a fronte della proposta di figure di garanzia (come Giancarlo Giorgetti alla Camera) il Pd debba votarle, col rischio che tra i militanti tale scelta appaia un accordo col centrodestra in ottica di governo.

Ci sono stati anche i colloqui con esponenti delle diverse correnti Dem (sabato Gianni Cuperlo riunirà i suoi ma ha invitato Martina, Andrea Orlando e Calenda) in vista dell’elezione dei due capigruppo: obiettivo, su cui è stata raggiunta una intesa, è evitare che i renziani si arrocchino e che i non renziani puntino a “vendicarsi”: per ora si è parlato di profili, ma tra i nomi di dialogo fatti ci sono quelli di Guerini alla Camera e Andrea Marcucci al Senato, con Graziano Delrio non intenzionato ad entrare in competizione con Guerini.

Mossa che può essere anche intesa come possibilità di presentarsi all’Assemblea di aprile per la segreteria, per la quale Carlo Calenda ha rilanciato Gentiloni: “Il leader del Pd oggi è Gentiloni: ha una popolarità immensamente superiore alla mia e al di là dell’ottimo lavoro che ha fatto al governo dovrà essere il punto di riferimento”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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