Spie russe: Roma con gli alleati, ma Salvini boccia l’espulsione

Salvino nella Piazza Rossa.

ROMA. – L’Italia si allinea ai partner Ue dopo l’avvelenamento dell’ex spia in Gran Bretagna, decidendo l’espulsione di due diplomatici russi. A Roma si è scelto di non rompere la compattezza europea, ma mantenendo l’idea che con un attore chiave come Mosca il dialogo non vada chiuso: anche per questo non si è voluto calcare la mano, allontanando un numero di funzionari russi ridotto rispetto a Francia e Germania, che ne hanno cacciati quattro.

L’Italia resta così nel solco dell’alleanza atlantica, sia pur mantenendo come sua caratteristica una posizione più dialogante rispetto alla Russia, fanno notare in serata fonti vicine al governo. In una fase di transizione politica, in attesa di un nuovo esecutivo che sia espressione del Parlamento appena rinnovato, la linea del Governo è stata condivisa con il Quirinale.

Mentre l’uomo forte del centrodestra uscito vincitore dal voto del 4 marzo, Matteo Salvini, ha sconfessato la scelta delle espulsioni: “Non risolve i problemi, anzi li aggrava”. Critiche che fonti parlamentari rinviano al mittente: in Italia un governo c’è e non può mancare, nel momento di decisioni importanti e coordinate con i partner internazionali, sottolineano spiegando che la decisione di espellere due diplomatici russi è stata preannunciata dal premier Paolo Gentiloni a tutti i leader politici, inclusi Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Maurizio Martina.

Il caso Skripal ha provocato una generale levata di scudi contro Mosca, accusata di aver orchestrato l’operazione. Dall’Italia si erano mossi già nei giorni scorsi sia il premier Paolo Gentiloni che il ministro degli Esteri Angelino Alfano, esprimendo solidarietà alla Gran Bretagna.

Lo stesso Gentiloni aveva confermato la legittimità della richiesta di Londra di avere spiegazioni di Mosca, ma i toni di Palazzo Chigi sono apparsi da subito più sfumati rispetto ad altre cancellerie. Secondo il premier italiano, infatti, è importante che la condanna di Mosca “non dia automaticamente luogo a escalation e non chiuda i necessari spazi di dialogo”.

A Roma insomma si vorrebbe evitare un ulteriore inasprimento dei rapporti con un partner giudicato strategico per gli equilibri geopolitici mondiali. Con cui tra l’altro ci sono strettissime relazioni economiche, a partire dal fronte energetico. In quest’ottica, al Consiglio europeo della scorsa settimana l’Italia ha fatto parte della schiera di paesi sponsor di una linea più cauta.

Nelle conclusioni del vertice, tuttavia, è passata quella di condanna totale verso Mosca, da cui è scaturita la convocazione dell’ambasciatore Ue in Russia. Così come era già accaduto in altri passaggi drammatici delle relazioni con Mosca (le sanzioni per l’occupazione della Crimea e l’uscita dei russi dal G8), l’Italia ha comunque scelto di privilegiare la sua tradizionale vocazione euro-atlantica.

Ed oggi la Farnesina – in contemporanea con altri paesi – ha reso noto che entro una settimana verranno espulsi due funzionari dell’ambasciata russa, “in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con i partner europei e alleati Nato”. Al nuovo orizzonte politico italiano, però, si sono affacciati con forza la Lega ed i 5 Stelle, che hanno sempre mal digerito le sanzioni imposte dall’Occidente – Italia compresa – alla Russia.

Salvini ha subito evocato un cambiamento di linea: “Isolare e boicottare la Russia, rinnovare le sanzioni economiche ed espellerne i diplomatici non risolve i problemi, anzi li aggrava. Io al governo non avrei fatto una scelta del genere”.

Sulla stessa linea la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Inaccettabile che un Governo dimissionario decida di espellere due funzionari dell’ambasciata russa. Sono gli ultimi colpi di coda di un governo asservito alla volontà di Stati esteri che per fortuna sarà messo presto nelle condizioni di non nuocere più agli interessi nazionali italiani”.

(di Luca Mirone/ANSA)

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