ROMA – Con un finanziamento multilaterale di 500mila Euro, anche l’Italia partecipa alla cordata di solidarietá verso i venezuelani che, dovuto alla crisi del Paese, si recano in Colombia e in Brasile. E’ questo un flusso crescente di giovani, anziani e bambini che ha assunto giá proporzioni di vero e proprio esodo.
– Per fronteggiare la crisi umanitaria provocata dal massiccio flusso di civili venezuelani sfollati in Brasile e Colombia – ha affermato il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano -, abbiamo disposto, tramite la Cooperazione Italiana, un finanziamento multilaterale di emergenza di 500.000 Euro.
Nello specifico, spiega una nota del ministero degli Affari Esteri, il finanziamento della Cooperazione Italiana ad UNHCR – ripartito in parti uguali di 250.000 Euro fra i due Paesi – consentirà di finanziare sia alla frontiera con il Brasile sia con la Colombia attività di prima assistenza a favore dei civili venezuelani – cure sanitarie e distribuzione di generi di prima necessità – con attenzione particolare per le categorie più vulnerabili come i bambini.
Il numero di venezuelani che abbandonano il paese attaverso le frontiere col Brasile e con la Colombia cresce quotidianamente. Molti chiedono protezione internazionale e cercano di essere riconosciuti come “rifugiati” ma tanti altri preferiscono vivere illegalmente poichè ottenere l’asilo non é facile. É necessario superare innumerevoli ostacoli burocratici e sostenere spese molte volte superiori alle proprie possibilità.
Minorenni, i più esposti
La fascia piú esposta in questo esodo verso Colombia, Brasile e altri paesi del continente é senza dubbio quella dei minorenni. I pericoli ai quali vanno incontro sono tanti: dal traffico di esseri umani al reclutamento da parte di gruppi armati e organizzazioni criminali, dai rischi sanitari alla prostituzione. A denunciarlo è l’organizzazione Save the Children, impegnata a offrire supporto ai minori e alle loro famiglie negli insediamenti lungo il confine tra i due Paesi.
“La spirale di tumulti politici e economici in Venezuela – osserva Save The Children – ha causato iperinflazione, disoccupazione e scarsità di cibo e medicinali, una combinazione che ha avuto come risultato l’innalzamento del tasso di malnutrizione, il più alto in venticinque anni”.
Nel Paese, “che oggi conta 1.3 milioni di persone malnutrite – prosegue l’organismo -, ogni settimana muoiono tra i 5 e i 6 bambini per malnutrizione”. E’ questo un fenomeno che negli ultimi anni si é aggravato drasticamente. E’ la denuncia ormai quotidiana di medici e Ong.
Save The Children sottolinea che la crisi economica ha provocato un “incremento drammatico nel numero di individui che abbandonano il Venezuela in condizioni disperate: nell’anno passato il 62% di persone in più – oltre mezzo milione – ha attraversato il confine con la Colombia e vi è rimasto”.
L’allarme di Save the Children
Jenny Gallego, coordinatrice per la Protezione di Save the Children in Colombia, lancia l’allarme. Spiega che i bambini entrano nel Paese soli o accompagnati sono esposti a un serio rischio di rapimento e sfruttamento. E sottolinea che la invisibilità dei minorenni di fronte ai servizi di sostegno e alle agenzie governative “li rende estremamente vulnerabili”. Restano in balia di chi ne approfitta per “sfruttarli e abusarne, come i trafficanti o i reclutatori dei gruppi armati o di gang criminali”.
L’organizzazione denuncia che anche i bambini che entrano in Colombia in modo legale insieme ai genitori corrono rischi a causa della mancanza di condizioni igienico-sanitarie appropriate: molti bambini hanno contratto diarrea, malattie della pelle o del sistema respiratorio e con l’arrivo della stagione delle piogge è prevista una maggiore diffusione di tali patologie nelle aree colpite dall’alluvione.
“Stanno arrivando in centinaia di migliaia dal Venezuela – afferma Maria Paula Martinez, Direttrice di Save the Children in Colombia -. E continueranno, poiché la crisi lì non mostra segnali di recessione.
I fondi stanziati dall’Italia permetteranno sicuramente di fronteggiare la crisi umanitaria provocata dal massiccio flusso di civili.