Di Maio propone contratto di governo con Pd o Lega, no a Fi

ROMA. – Un contratto di governo, alla tedesca: è la proposta che Luigi Di Maio lancia alla vigilia del primo giorno di consultazioni al Quirinale. Destinatari dell’invito al dialogo sono come “primo interlocutore” il Pd de-renzizzato o in alternativa la Lega di Matteo Salvini. Il M5s esclude però in partenza la Forza Italia di Silvio Berlusconi. In più, tiene ferma una sola condizione: Di Maio dovrà essere premier.

Dal Pd si leva subito la voce del capogruppo e renziano doc Andrea Marcucci: la proposta è “irricevibile”. Mentre Maria Stella Gelmini, a nome di Fi, si indigna per il no al Cavaliere: “Siamo noi indisponibili”. E Salvini pone le sue condizioni: “Si parte dal centrodestra, dialogando anche con M5s ma senza veti”.

Con una matassa ancora così intricata, è probabile che le consultazioni si chiudano con una prima fumata nera. Domani il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riceverà nello studio “alla Vetrata” del Quirinale i presidenti delle Camere, l’ex capo dello Stato Giorgio Napolitano, i rappresentanti di Svp, del gruppo Misto (quattro per la Camera, sei per il Senato) e Fratelli d’Italia. Giovedì sarà la volta di Pd, Fi, Lega, M5s.

Alla vigilia dal Colle trapela che Mattarella, “portavoce delle esigenze dei cittadini”, si attende dai partiti proposte, indicazioni e programmi per dare al Paese un governo all’altezza della situazione. L’esito finale è ancora un’incognita ed è da escludere che giovedì ci sia un premier incaricato: un secondo giro di consultazioni potrebbe essere convocato per la prossima settimana e c’è già chi ne mette in conto un terzo.

C’è poi anche chi ipotizza che la situazione possa sbloccarsi solo dopo le regionali in Molise e Friuli Venezia Giulia (22 e 29 aprile). Ma il Colle indica un metodo e un obiettivo: un governo di legislatura, senza ad ora prendere in considerazione l’ipotesi che dall’impasse nasca un esecutivo per tornare alle urne. A prendere l’iniziativa, mentre sembra slittare l’annunciato incontro con Salvini, è Di Maio.

Il capo del M5s riunisce i gruppi parlamentari e annuncia che proporrà “un contratto di governo come si fa in Germania: si fa ciò che c’è scritto, quello che non c’è scritto non si fa”. Ma prima che i programmi, il nodo sono le condizioni poste dal M5s. Uno: il premier deve essere Di Maio, per non “tradire” – dicono all’unisono i Cinque stelle – il voto degli elettori. Due: no a un’alleanza con Berlusconi, che bloccherebbe ogni tentativo di riforma del sistema. Tre: si dialoga con un Pd “de-renzizzato”.

Nelle more della nascita del governo, annuncia a Montecitorio Roberto Fico, il M5s farà partire il taglio ai costi della Camera. “Abbiamo un’occasione storica, non deluderemo”, assicura Di Maio. Salvini, che da Milano rilancia la “ruspa” anti-immigrati e la castrazione chimica per pedofili e stupratori, via Facebook ribatte che lui con il Pd non intende dialogare e che è pronto a “tornare a votare in mancanza di accordi chiari”. E soprattutto, avoca alla coalizione di centrodestra l’iniziativa. Pronti al dialogo “anche” con i Cinque stelle, dice il leader leghista, ma “senza subire veti” (sul Cavaliere) o “imposizioni” (su Di Maio premier).

Si parte da Salvini premier, rilancia l’alleata Gelmini. “Ma senza Fi non si fa nessun governo”, avverte il presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani, che potrebbe essere nominato coordinatore di Fi e partecipare in questa veste alle consultazioni. Di certo – fanno sapere gli azzurri – Berlusconi è in campo: domani riunirà i suoi e giovedì andrà al Colle.

Quanto al Pd, l’invito di Di Maio al dialogo su un contratto di governo viene per ora respinta, anche se non dispiace all’ala “dialogante”. Prima che parlasse Di Maio, uno spiraglio sembrava aprirlo Maurizio Martina, secondo il quale M5s fa “tatticismo” ma ha un programma non inconciliabile in alcuni punti con quello Dem.

Al Colle però la delegazione Pd porterà giovedì la linea di opposizione: “Non siamo disponibili ad alcun governo che abbia Di Maio o Salvini come premier”, dichiara Marcucci, definendo la proposta M5s “irricevibile”. Ma la partita è lunga e Di Maio fa appello a Martina, Franceschini, Minniti: “Ascolteremo – afferma Martina – le indicazioni del Colle”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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