Istat rivede i conti, il deficit sale a 2,3% con aiuti alle banche

Photographer: Alessia Pierdomenico/Bloomberg via Getty Images

ROMA. – Il deficit italiano non scende sotto la soglia del 2%, come indicato nelle prime stime dell’Istat sui conti pubblici del 2017. Sale invece quasi di mezzo punto e si ferma al 2,3% contabilizzando i 6,3 miliardi di aiuti per le due banche venete e per il Monte dei Paschi di Siena. I fondi e le garanzie per gli istituti di credito, seguendo le indicazioni di Eurostat, hanno un impatto anche sul debito pubblico, una montagna che appare solo scalfita e che si attesta al 131,8% del Pil.

Con le nuove stime viene rivisto anche l’alleggerimento delle tasse: la pressione fiscale, che era al 42,7 nel 2016 non scende al 42,4% ma al 42,5%. Il miglioramento dei conti pubblici rispetto all’anno precedente c’è, ma rimane davvero sottile. Il calo è di soli due decimi sia sul deficit, che era al 2,5% nel 2016, sia sul debito, che si attestava al 132%.

La tabella che arriva sul tavolo della Commissione Europea, che dovrà valutare se l’Italia deve fare una manovrina sui conti 2018, rivede invece in peggio le ultime previsioni del governo ed è all’apparenza meno confortante. Ma potrebbe rimanere solo un effetto contabile.

Come stabilito nel 2013 dal commissario agli affari economici Olli Rehn, infatti, gli interventi per le banche non valgono ai fini del Patto di Stabilità se non sono aiuti di Stato ed hanno ottenuto un’autorizzazione preventiva di Bruxelles. E il supporto il governo italiano ha messo in campo per Mps e per le banche venete ha avuto il placet europeo.

Le poste contabili, che l’Istat ha considerato dopo un confronto con Eurostat sui metodi di contabilizzazione, sono inoltre ”una tantum”: in pratica, anche se sono di rilievo, non incidono sul saldo strutturale. Non dovrebbero quindi avere alcun impatto sulle previsioni che, a bocce ferme, senza considerare alcuna strategia di politica economica, il governo dovrebbe inserire nel Def ‘minimale’ che sarà presentato se la formazione di un nuovo esecutivo dovesse andare alle lunghe.

La commissione europea per ora sta alla finestra. ”Prende nota” dell’impatto sui conti degli aiuti alle banche ma ”valuterà la situazione di bilancio italiana a maggio, basandosi sui dati finali di Eurostat e sulle previsioni economiche di primavera”.

Come dire: si prende atto della condizione fluida della vita politica italiana. Finchè non ci sarà chiarezza, difficile che possa prendere decisioni sull’eventuale richiesta di una manovrina per colmare quei 0,2-0,3 punti di deficit di divergenza tra gli impregni presi dall’Italia e le previsioni stilate a Bruxelles.

(di Corrado Chiominto/ANSA)

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