A 80 anni reintegrato al lavoro, assolto dopo 25 anni

Funzionario motorizzazione Messina, pronto a tornare a maggio

MESSINA. – “Voglio assolutamente tornare al lavoro, e ho già espresso la mia volontà con una lettera in cui affermo che sono pronto a farlo al più presto, anche dal prossimo mese di maggio”. E’ soddisfatto Eduardo Saija, 80 anni, reintegrato con una sentenza della Corte d’appello sezione lavoro di Messina al suo posto come funzionario della motorizzazione civile di Messina, come rende noto il suo legale, l’avvocato Giovanni Caruso.

Una storia lunga un quarto di secolo quella dell’anziano, riassunto con sentenza della Corte d’appello nella città dello Stretto, sezione lavoro, che ha applicato in fattispecie la cosiddetta “Legge Carnevale”, dal nome del magistrato che, con le sue vicende giudiziarie, aveva dato causa all’emanazione del provvedimento omonimo.

Il dirigente il 2 giugno 1993 era stato sospeso dal servizio per un procedimento penale a cui era stato sottoposto per presunti reati connessi allo svolgimento della sua attività lavorativa. Procedimento, questo, conclusosi con sentenza della Corte d’appello penale di Messina del 20 febbraio 2009, con la quale l’impiegato fu stato assolto per insussistenza del fatto.

Il difensore di Saija spiega che “il pubblico dipendente che sia stato sospeso dal servizio o dalla funzione e comunque dall’impiego o abbia chiesto di essere collocato in quiescenza a seguito di un procedimento penale conclusosi con sentenza definitiva di proscioglimento perché il fatto non sussiste, ha il diritto di ottenere, su propria richiesta, dall’Amministrazione di appartenenza, il prolungamento o il ripristino del rapporto di impiego anche oltre i limiti di età previsti dalla legge, per un periodo pari a quello della durata complessiva della sospensione ingiustamente subita e del periodo di servizio non espletato per l’anticipato collocamento in quiescenza, con il medesimo trattamento giuridico ed economico a cui avrebbe avuto diritto in assenza della sospensione”.

I giudici hanno accolto il ricorso promosso dal funzionario, ripristinando il rapporto di lavoro, malgrado il ricorrente, nel frattempo, avesse raggiunto l’età di 80 anni, prevedendo espressamente la legge che tale diritto competa anche se siano stati superati i limiti di età per il collocamento in quiescenza.

“Il mio assistito – sottolinea l’avvocato Caruso – è assolutamente consapevole della sua età, ma è convinto di poter ancora dare il suo contributo in ufficio. Mi rendo conto che questo sia considerato inusuale, ma è comunque giusto vista la sentenza dargli la possibilità di lavorare anche visto che è disponibile da subito”.

Inoltre la Corte d’appello (presidente Alfonsa Tullia Rizzo, a latere Letterio Villari e Domenico Doldo), ha riconosciuto il diritto di Saija e ha condannato l’assessorato regionale al Turismo, sport e spettacolo, al ripristino del rapporto di impiego, anche oltre i limiti di età previsti dalla legge, comprese eventuali proroghe, per un periodo pari a quello della durata complessiva della sospensione e del periodo di servizio non espletato, per l’anticipato collocamento in quiescenza, cumulati tra loro, anche in deroga ad eventuali divieti di riassunzione, previsti dall’ ordinamento di appartenenza, con il medesimo trattamento giuridico ed economico di cui avrebbe avuto diritto in assenza della sospensione, con gli interessi legali a far data dalla domanda. Inoltre l’assessorato è stato condannato al pagamento delle spese giudiziali.

(di Giovanni Franco/ANSA)

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