Dell’Utri, la Corte Europea: “No a sospensione della pena”

Marcello Dell'Utri
Marcello Dell'Utri

STRASBURGO. – Marcello Dell’Utri incassa un nuovo no alla sua scarcerazione. La Corte europea dei diritti umani (Cedu), “dopo aver valutato le attuali condizioni” dell’ex senatore di Forza Italia, condannato a sette anni per concorso esterno in associazione di stampo mafioso, ha deciso di non chiedere al governo italiano di sospenderne la pena per motivi di salute.

Affetto da cardiopatia, diabete e tumore alla prostata, l’ex parlamentare, a cui resta da scontare circa un anno e mezzo, è ricoverato dal 14 febbraio al Campus Biomedico di Roma, piantonato da due agenti, come ricordano i suoi legali Alessandro De Federicis e Simona Filippi. I due avvocati hanno presentato un’istanza al tribunale di Sorveglianza capitolino – tuttora pendente – in cui si chiede di verificare se l’attuale stato detentivo leda i diritti umani del loro assistito.

“L’ex senatore dovrebbe rientrare a Rebibbia il 20 aprile – spiegano -. Attualmente è costretto in una camera del Campus, dove non può nemmeno aprire la finestra perché sigillata. E deve dormire con la luce in faccia”. Dell’Utri aveva chiesto alla Corte di Strasburgo di applicare la cosiddetta regola 39, con cui i giudici possono indicare ad uno Stato di adottare misure urgenti in casi eccezionali.

“Tali misure vengono domandate solo quando si considera che il richiedente corra il rischio reale di subire danni seri e irreversibili” spiegano alla Cedu, dove al tempo stesso sottolineano che l’attuale rifiuto non preclude la possibilità di presentare una nuova richiesta, se la situazione cambiasse. La Corte sottolinea inoltre che il diniego non ha alcun impatto sul ricorso presentato dall’ex senatore nel novembre 2014.

In quell’istanza Dell’Utri sostiene di essere stato condannato per un reato – il concorso esterno in associazione di stampo mafioso – che non esisteva quando ha commesso i fatti per cui è stato giudicato. Per il ricorso del 2014, che la Corte ha deciso di trattare in via prioritaria, non ci sono ancora decisioni su ammissibilità e merito.

Non più tardi di un mese fa, anche la seconda sezione della Corte d’appello di Caltanissetta si era opposta alla revisione e alla scarcerazione di Dell’Utri. Un netto no era arrivato anche dal Tribunale di sorveglianza di Roma il 6 febbraio. E proprio nei giorni scorsi l’ex senatore ha presentato una denuncia al Consiglio superiore della magistratura contro sei magistrati del tribunale capitolino per violazione disciplinare, chiedendo di valutare il comportamento, a suo parere “superficiale e inerte” dei giudici che hanno deciso in merito alla compatibilità tra la detenzione in carcere e il suo stato di salute.

(di Samantha Agrò/ANSA)

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