Parigi-Roubaix: torna l’inferno del nord, Sagan si candida

Peter Sagan ha vinto la corsa delle Fiandre nel 2016.
Peter Sagan ha vinto la corsa delle Fiandre nel 2016.

ROMA. – Il fascino è quello di sempre e si tramanda di anno in anno, con un unico filo conduttore: la sofferenza. Domenica la Parigi-Roubaix celebra la 116/a edizione e, come avviene dal 1896, è pronta a non tradire le aspettative soprattutto se, come sembra, il tempo sarà poco clemente. In poche ore si rinnoveranno sfide da tregenda, tra fango, polvere e pavè. Spettacolo assicurato, dunque, ma solo per chi la guarda in tv, oppure ai bordi della strada.

La ‘Roubaix’ è una corsa ai confini della realtà, che riporta indietro nel tempo, nella quale leggenda, imprevedibilità e tormento si mischiano in un unico, comune sentimento. I corridori dovranno affrontare 257 chilometri fra Compiegne e il velodromo di Roubaix; 54,5 si snoderanno su pietre taglienti, irregolari, che formano 29 mitici settori.

Nella passata edizione quasi un corridore su due ha dovuto alzare bandiera bianca e nella storia solo due fuoriclasse come i belgi Roger De Vlaeminck e Tom Boonen sono riusciti a conquistare un poker di vittorie. “Sicuramente cambierà lo stile della pedalata, ma anche l’approccio alla gara, se piove. Correre sul bagnato nel pavè è assai pericoloso, la scivolata è dietro l’angolo e, se si cade sulle pietre, è ancora peggio – le parole di Peter Sagan -. Il resto dipenderà dal vento”.

I corridori belgi possono fregiarsi del maggior numero di vittorie, ben 56, contro le 28 francesi, mentre l’Italia è ferma a 13. Fu Andrea Tafi (1999) l’ultimo azzurro a presentarsi a braccia alzate sul traguardo. L’Inferno del nord è pronto a regalare sfide all’ultima pedalata fra i soliti noti e, ancora una volta, occhi puntati proprio su Sagan, che finora nelle due classiche monumento sdel 2018 ha dovuto arrendersi: sul traguardo di Sanremo a Nibali e domenica scorsa nel ‘Fiandre’ a Terpstra.

Domenica il tre volte campione del mondo dovrà fare attenzione proprio a quest’ultimo, già vittorioso a Roubaix quattro anni addietro, ma anche ai belgi Greg Van Avermaet e Sep Vanmarcke. Il ceco Zdenek Stybar, vittorioso a Roubaix per due volte, e l’altro belga Philippe Gilbert sono avversari pericolosi per tutti, così come in caso di arrivo allo sprint il francese Arnaud Demare e il norvegese Alexander Kristoff avrebbero pochi rivali. Il belga Wout Van Aert, campione del mondo di cross, è la possibile mina vagante di una corsa da decifrare.

E gli italiani? Gianni Moscon e Matteo Trentin sono i nomi sui quali puntare, mentre Filippo Ganna, 21 anni, di Verbania, nel 2016 conquistò la Parigi-Roubaix riservata agli Under 23. Chissà che non possa essere proprio lui a interrompere un digiuno quasi ventennale.

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