Mosca prepara contro-sanzioni, non solo contro Usa

MOSCA. – Mosca scalda i motori e si appresta a varare contromisure agli Usa – e ai suoi alleati – dopo l’ultimo giro di sanzioni decise la settimana scorsa. Il compito è stato affidato alla Duma, la camera bassa del Parlamento, che ha incardinato un disegno di legge apposito. Nel mirino c’è di tutto. Si va dalle limitazioni all’importazione di “alcol, sigarette, generi alimentari e prodotti agricoli” alla “sospensione della collaborazione” in diversi campi strategici, come “l’aviazione” e la fornitura di “motori per i razzi”. Che a tutt’oggi sono gli unici in grado di portare nello spazio i vettori americani.

Insomma, Mosca vuole restituire il colpo. Anche mischiando i ‘dossier’ sul tavolo. Nel pentolone, infatti, sta finendo tutto, tanto la contrapposizione con l’Occidente sulle sorti di Damasco quanto il braccio di ferro sul caso degli Skripal. Lo ha fatto ben capire il vice presidente della commissione Affari Esteri della Duma Alexei Cepa quando ha detto che le contro-sanzioni colpiranno anche “la Francia, la Gran Bretagna e soprattutto i paesi che hanno una certa posizione sulla Siria”.

Se la strategia dunque è chiara, meno lo è la sua traduzione in realtà. Il ddl della Duma, al momento, appare come un ‘libro dei sogni’. I deputati minacciano infatti di limitare pure l’uso dei software americani, l’acquisto dei farmaci, e arrivano persino a immaginare di dare al governo l’autorità di bypassare il copyright su determinati prodotti stranieri, consentendo alle imprese russe di produrre tali beni senza il consenso dei titolari dei brevetti – trasformando la Russia in una sorta di ‘Stato pirata’.

E c’è persino chi vorrebbe vietare le bevande della Pepsi e della Coca-Cola “che avvelenano i nostri giovani”. Non proprio una mossa saggia visto che la Coca-Cola è uno degli sponsor principali dell’imminente mondiale di calcio. Ma, per l’appunto, questo è il momento dei boatos a uso interno. Tanto a fare la sintesi ci pensa poi il Cremlino.

Nel mondo globale interconnesso, d’altra parte, le supply chain contano ormai quasi più dei confini: toccare un singolo mattone rischia di far crollare l’intero castello. Esempio. Il produttore di titanio più grande al mondo, la Vsmpo-Avisma, ha subito dichiarato allarmato che il blocco della cooperazione nel campo dell’aviazione metterebbe a rischio la sopravvivenza della società stessa, che ha nella Boeing uno dei suoi principali clienti. Così, nella regione degli Urali, “oltre 20mila dipendenti si troverebbero in una situazione di crisi”. “Contiamo – ha detto la Vsmpo-Avisma – sulla saggezza e la lungimiranza dei nostri legislatori”. Il che suona più che altro come un grido disperato.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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