Moto: Austin terra di Marquez, Rossi cerca la rivincita

ROMA. – Se al motomondiale si applicassero le regole di una scienza esatta, gli altri potrebbero risparmiarsi il viaggio fino ad Austin. Perché sul circuito texano, dove le due ruote corrono dal 2013, in MotoGp ha vinto solo lui, sempre lui: Marc Marquez. Cinque gare ed altrettanti successi per il campione del mondo in carica, alla concorrenza solo le briciole.

Ma quella di domenica prossima promette di essere un’edizione particolare. Troppo fresco il ricordo dell’entrata scriteriata dello spagnolo targato Honda con conseguente caduta di Valentino Rossi, in Argentina, per permettere alle tensioni di essersi già stemperate, come testimonia un post su Instagram del pesarese di un paio di giorni fa: “Termas de Rio Hondo, gara difficile rovinata da un pilota pericoloso”.

A quasi due settimane dall’incidente la rabbia ribolle ancora e chissà se basterà a calmare gli animi la ramanzina che Carmelo Ezpeleta, ceo di Dorna, ha promesso di fare ai due protagonisti venerdì, in occasione del Comitato sicurezza e prima dell’inizio delle prove. Nella speranza di non passare dal rodeo della pampa a quello texano. Sul sorpasso-scontro di Termas, nei giorni successivi hanno detto la loro un po’ tutti. A cominciare dallo stesso Marquez.

Pur ammettendo di aver commesso un errore, lo spagnolo ci ha tenuto a precisare: “sarò sempre me stesso”, ovvero al limite, “ma rimanendo dentro regole. Ho sbagliato ed ho pagato (con 30 secondi di penalizzazione, ndr)”. L’accusa di Rossi di averlo fatto di proposito? Non lo tocca: “tutti abbiamo avuto 20 o 22 anni. Vada a rivedersi certi sorpassi della sua lunga carriera”.

Dopo Giacomo Agostini, anche il presidente della Federazione mondiale, il venezuelano Vito Ippolito, ha difeso Marquez: “credo proprio che Valentino abbia esagerato nelle dichiarazioni a caldo. Era chiaramente agitato, ma non credo che Marquez l’abbia fatto apposta. Ha sicuramente sbagliato, ma non c’era intenzionale di danneggiare l’avversario”.

Il riaccendersi della rivalità ha relegato in secondo piano la bella vittoria in Argentina di Cal Crutchlow con la Honda del team satellite LCR, seguito sul podio da Johann Zarco (Yamaha Tech 3) ed Alex Rins (Suzuki). Dopo due prove il britannico guida con 38 punti, seguito da Andrea Dovizioso (35) e Zarco (28). Marquez e Rossi addirittura a -18 e -22. Era dal 2004 che un pilota indipendente non guidava la classifica iridata, quando fu Sete Gibernau a riuscirci per tre gare.

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