L’America piange Barbara Bush, un lutto bipartisan

NEW YORK. – Bandiere a mezz’asta coast to coast in un insolito lutto bipartisan: da Donald Trump agli Obama e ai Clinton, l’America della politica si è stretta alla famiglia Bush per la morte di Barbara, matriarca di una dinastia che, con i Kennedy ma sull’altra sponda della barricata, è stata quanto di più simile gli Usa abbiano mai avuto a una famiglia reale. ‘Silver Fox’, come era soprannominata per i capelli imbiancati anzitempo quando nel 1953 aveva perso la figlia Robin di tre anni, è morta a 92 anni nella sua casa di Houston.

I funerali della ‘nonna d’America’, la seconda First Lady dopo Abigail Adams ad essere moglie e madre di presidente, saranno sabato su invito nella chiesa episcopale di Houston: ci saranno gli ex presidenti democratici e rispettive consorti, i Clinton e gli Obama, mentre per l’attuale Casa Bianca repubblicana è stata annunciata solo la presenza di Melania Trump.

Tra i Bush e Trump non corre buon sangue da quando ‘the Donald’ ha fermato il sogno presidenziale del terzogenito Jeb, facendolo a pezzi nelle primarie 2016. Un’antipatia a pelle, quella tra Trump e i Bush che, oltre a rappresentare due anime diverse del Gop, incarnano stili agli antipodi: moderati, storica vecchia guardia del partito, nati “con il cucchiaino d’argento in bocca” e il “sangue blu” dell’aristocrazia Wasp, i primi; oro finto e nuova ricchezza, il secondo.

Trump, che ha abbassato le bandiere a mezz’asta anche a Mar-a-Lago, ha usato parole di circostanza nel messaggio di cordoglio – “Moglie, madre, nonna, sposa militare” – dopo la morte della donna che in campagna elettorale gli aveva dato del “misogino” e “fomentatore di odio”.

Barbara, che Richard Nixon ammirava perché “lei sì che sapeva come odiare”, è morta in casa dopo aver rifiutato le cure: “Non aveva paura, credeva nell’aldilà'”, ha raccontato il figlio ‘W’ che aveva scherzato con lei al capezzale: “Ha detto al medico che io sono quel che sono perché lei fumava e beveva quando era incinta”.

L’ex First Lady soffriva di Copd, una patologia respiratoria comune tra le donne di una certa età: secondo gli esperti, è legata al fumo di sigarette. Ad accompagnare Barbara negli ultimi respiri è stato l’uomo al suo fianco per 73 anni. “41”, come veniva chiamato in casa l’ex presidente per distinguerlo dal figlio “43”, “le ha tenuto la mano fino alla fine” e oggi “ha il cuore spezzato”.

E c’è chi teme per la salute dell’ex capo della Casa Bianca, 93 anni, il più anziano di cinque mesi tra gli ex ancora in vita: dopo di lui c’è Jimmy Carter che ha ricordato, a proposto di Barbara, l’impegno per il volontariato. In prima fila tra gli omaggi, quelli dei Clinton: “Donna eccezionale”, ha detto Bill che, dopo aver lasciato Washington nel 2000, aveva costruito buoni rapporti con il predecessore da lui sconfitto otto anni prima, tant’è che i Bush lo chiamavano “la pecora nera della nostra famiglia”.

Quanto a Hillary, in comune avevano il fatto di aver frequentato college solo femminili: decenni dopo si scontrarono su una ricetta di biscotti dopo che l’allora aspirante First Lady democratica, avvocatessa di grido, aveva criticato la rivale, che aveva abbandonato gli studi per sposarsi a 19 anni, come una “che è rimasta a casa a offrire tè”.

Addio a Barbara anche dagli Obama: “Fu la roccia della sua famiglia”. E poi Vladimir Putin e Mikhail Gorbaciov: “Una buona amica di Raissa”, ha ricordato l’ex capo del Cremlino. Sabato l’ultimo addio: Barbara riposerà nel giardino della Presidential Library alla A&M University accanto alla piccola Robin, simbolo di un dolore di madre vecchio 65 anni.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

Lascia un commento