Orrore in Siria, a Raqqa una fossa comune con 200 corpi

(Aamaq News Agency via AP, File)

BEIRUT. – Sei mesi dopo la cacciata dell’Isis da Raqqa, le tracce degli orrori compiuti continuano ad emergere dal terreno dell’ex ‘capitale’ dello Stato islamico in Siria, devastata dalle violenze e dai combattimenti. Una fossa comune che potrebbe contenere fino a 200 cadaveri è stata scoperta nell’area dell’ultima, accanita resistenza opposta dai jihadisti prima della sconfitta, nell’ottobre scorso.

Finora i resti di 50 persone sono stati recuperati, secondo quanto ha reso noto Abdallah al Erian, un membro del Consiglio civile di Raqqa che amministra la città dopo l’ingresso nell’ottobre scorso delle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf) a predominanza curda, sostenute dagli Usa. La fossa comune è stata scoperta sotto il terreno di un campo da calcio situato vicino ad un ospedale dove gli ultimi jihadisti rimasti in città si erano asserragliati prima di deporre le armi.

Apparentemente, ha detto Al Erian, era l’ultimo luogo dove i miliziani dello Stato islamico hanno potuto seppellire i corpi dei propri commilitoni e di civili uccisi. Secondo quanto emerso finora, i combattenti del ‘Califfato’ sono stati sepolti con segni di riconoscimento che portavano i loro nomi di battaglia, i civili solo con i nomi propri.

Non è chiaro dunque se i cadaveri dei civili appartengano a vittime delle innumerevoli atrocità compiute dall’Isis nei territori a lungo controllati in Siria e in Iraq, o a persone morte durante l’offensiva delle Sdf accompagnata da pesanti bombardamenti della Coalizione internazionale a guida Usa che hanno devastato la città.

Una prima squadra di osservatori inviati dall’Onu il mese scorso ha riferito che il 70 per cento degli edifici sono distrutti, che le strade rimangono disseminate di ordigni inesplosi e che mancano servizi essenziali come acqua ed elettricità. I ritrovamenti di nuove fosse comuni, come quello che nel febbraio scorso ha fatto rinvenire i corpi di 30 persone, tornano ad alimentare l’angoscia tra i familiari delle tante persone scomparse sotto il regno del terrore dell’Isis e delle quali non si è più saputo nulla.

Pur avendo perso gran parte del territorio conquistato in Iraq e in Siria, l’Isis continua a controllare sacche di territorio, come a sud di Damasco, dove per il terzo giorno consecutivo le forze governative hanno compiuto pesanti bombardamenti aerei e di artiglieria. In particolare è stato preso di mira il quartiere di Hajar al Aswad, occupato da anni da forze jihadiste insieme al vicino campo profughi palestinese di Yarmuk.

Venerdì un accordo è stato raggiunto tra il governo e le forze dell’Isis per un’evacuazione dei miliziani verso regioni ancora controllate dallo Stato islamico. Ma l’intesa non è ancora stata applicata. L’Iraq ha nel frattempo fatto sapere di avere ucciso 36 membri dello Stato islamico in raid aerei compiuti in territorio siriano giovedì scorso in accordo con il governo di Damasco.

A partire dallo scorso anno altre incursioni simili erano state condotte dall’aviazione irachena in una fascia di territorio siriano a ridosso della frontiera ancora sotto il controllo dello Stato islamico.

(di Alberto Zanconato/ANSAmed)

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