Contro Putin e per l’Amazzonia, il Nobel per l’ambiente è donna

Nobel dell'ecologia a 6 donne

ROMA. – Sono le donne oggi le principali paladine dell’ambiente. Non si fanno spaventare né da Putin che vuole vendere le sue centrali nucleari, né dai minatori illegali che spianano foreste e inquinano i fiumi dell’Amazzonia. Il Goldman Prize, il “Nobel” dell’ecologia, istituito nell’89 dai filantropi californiani Richard e Rhoda Goldman, quest’anno premia sei donne e un uomo. Segno che sono soprattutto le madri a prendersi cura della Madre Terra.

Le due storie più belle e rappresentative vengono dalla Colombia e dal Sudafrica. Francia Marquez, 36 anni, vive sulle montagne del sudest colombiano, nella regione di La Toma. Qui abitano i discendenti degli schiavi neri, coltivando la terra lungo le rive del fiume Ovejas. Nel 2014, a La Toma cominciano ad arrivare i cercatori d’oro. In questo Far West amazzonico, orde di disperati spianano foreste e scavano il terreno, scaricando nel fiume il mercurio e il cianuro che usano per separare l’oro dalla terra.

Si formano cittadine di 5.000 abitanti, focolai di violenza, droga e prostituzione. Francia si mette alla testa delle proteste della popolazione locale. Nel 2014 guida una marcia di 80 donne per 350 km da La Toma a Bogotà. Qui le donne manifestano per strada per 22 giorni, finché il governo accetta di intervenire per chiudere le miniere illegali. Francia viene minacciata, deve scappare a Calì. Ma nel 2016 non ci sono più miniere illegali a La Toma.

Makoma Lekalakala, 53 anni, e Liz McDaid, 55, sono due signore sudafricane dall’aria un po’ alternativa, la prima nera, la seconda bianca. Entrambe guidano ong ecologiste. Nel 2014, l’organizzazione di Lekalakala scopre un accordo segreto fra il governo sudafricano del presidente Jacob Zuma e la Russia per la costruzione di 8-10 centrali nucleari. Un affare da 78 miliardi di dollari. Le due donne lanciano una campagna con marce e sit-in in tutto il paese e portano l’accordo davanti all’Alta Corte di Città del Capo. Questa l’anno scorso stabilisce che l’intesa è incostituzionale e la fa saltare.

Fra gli altri vincitori del Goldman, Khanh Nguy Thi, scienziata vietnamita, ha avuto un ruolo determinante nello spingere il suo governo a ridurre la dipendenza dal carbone e incrementare le rinnovabili. LeeAnn Walters, statunitense, ha portato alla luce l’inquinamento dell’acqua potabile nella cittadina di Flint, nel Michigan. La francese Claire Nouvian ha guidato con successo la campagna contro la pesca con le reti a strascico di profondità. Il filippino Manny Calonzo, unico uomo a ricevere il premio, ha guidato la campagna che ha portato al bando nel suo paese delle vernici al piombo.

(di Stefano Secondino/ANSA)

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