Prodezze e veleni, Inter-Juve crocevia scudetto

ROMA. – Avrebbe un retrogusto inebriante far scivolare i vecchi nemici dei tempi di calciopoli complicando la rincorsa del settimo scudetto di fila, ma l’Inter ha un obiettivo prioritario e coincidente sabato contro la Juve, incasellare punti per il quarto posto Champions da contendere alle due romane che la precedono di un punto.

Il derby d’Italia, secondo la felice intuizione di Gianni Brera, sembrava fatto per celebrare la festa bianconera, ma il gol di Koulibaly ha mischiato le carte e ora la Juve, che ha un calendario più ostico, deve tirar fuori gli artigli, organizzare una gara meno scialba recuperando energie che sembrano evaporate ed evitare il sorpasso del Napoli.

Mancherà Chiellini, Benatia comincia a temere la zona Cesarini, ci vorrebbe qualche genialata di Dybala contro un’Inter che Spalletti ha riassemblato con gli innesti di Cancelo e soprattutto Rafinha. E’ possibile anche uno 0-0 nel confronto tra le due migliori difese della serie A insieme al Napoli e per Spalletti c’è il fiore all’occhiello dei 4 ko (contro i 7 delle romane) e dei due gol incassati nelle ultime 9 gare.

Ma sarebbe un risultato sciagurato per entrambe. E lo 0-0, come accaduto all’andata, sarebbe anche un paradosso visto che si sfidano due attaccanti argentini poderosi e spietati, Gonzalo Higuain e Mauro Icardi, provenienti da due ambienti ostili: Icardi è cresciuto nella cantera del Barca dal 2008 al 2011, Higuain ha militato nel Real dal 2007 al 2013.

In quattro anni si sono ritrovati nove volte: Higuain ha segnato cinque gol, Icardi due. Ma la classifica cannonieri dice tutt’altro: Icardi a 26 gol contende il ‘trono’ a Immobile mentre Higuain e’ fermo a 15. A dare supporto ai due attacchi ci saranno l’altro connazionale Dybala che è arrivato a 21 gol, e il croato Perisic (11).

Sabato andrà in scena la 233/a puntata di un romanzo che dura da 109 anni e ha regalato prodezze e veleni. Una volta l’Avvocato e Prisco duellavano in punta di fioretto, ma dopo il rigore non dato a Ronaldo e Calciopoli si è usata la clava. La rivalità nasce negli anni ’30 quando l’Ambrosiana tenta invano di opporsi al quinquennio juventino.

Il Rubicone tra rivalità e astio si oltrepassa nel 1961: vittoria a tavolino all’Inter per un match sospeso ma la Figc è presieduta da Umberto Agnelli e la Caf ordina la ripetizione. Moratti manda la Primavera e la Juve vince 9-1. Ci sono le sfide tra l’Inter di Helenio Herrera e la Juve operaia di Heriberto che vince lo scudetto 1967 su papera di Sarti a Mantova.

Il vulcano riposa 30 anni salvo una scossa nel 1983: il pullman dell’Inter viene preso a mattonate, il 3-3 in campo si trasforma in 0-2. L’esplosione vera è il 26 aprile 1998: Inter e Juve si giocano lo scudetto, a Torino gol di Del Piero, poi Iuliano stende Ronaldo e Ceccarini fa proseguire salvo decretare un rigore alla Juve che Del Piero sbaglia. L’incendio divampa e nel 2002 furibondi sono gli juventini per un pari di Vieri al 95′ dopo un fallo di Toldo su Buffon.

Nel 2005 l’Inter vince a Torino ma De Santis non vede i colpi proibiti tra Cordoba e Ibra, punito con la prova tv. La Juve di Capello vince lo scudetto che viene assegnato all’Inter. Ad agosto l’Inter vince la Supercoppa dopo un gol regolare annullato da De Santis a Trezeguet. Quando ritorna in A la Juve vince 2-1 a San Siro, ma il vantaggio di Camoranesi è in fuorigioco.

Arriva Mourinho e dedica il primo sfogo anti-arbitri a Saccani dopo uno Juve-Inter 2-1 con gol di Melo in fuorigioco, insulti razzisti a Balotelli e un turno a porte chiuse. Dopo il ‘triplete’ tocca prima a Conte e poi ad Allegri, e la Juve rastrella scudetti, ma deve incassare nel 2012 un 3-1 con gli errori di Tagliavento che convalida un gol di Vidal con Asamoah in fuorigioco e non caccia Lichtsteiner.

Quando torna Mancini l’Inter prosegue la sua serie nera anche in Coppa Italia: Palacio sbaglia dal dischetto vanificando il 3-0 recuperato in campo. Due anni fa c’è il 2-1 a San Siro, uno dei rari sorrisi di De Boer con vittoria firmata Icardi e Perisic. Al ritorno decide Cuadrado contro un’Inter avviata al settimo posto. Ma il pari dell’andata conferma che ora con Spalletti è un’altra cosa: Inter-Juve torna a essere quello che è sempre stata, una sfida equilibrata con vecchi conti da regolare, da vincere per non compromettere i rispettivi obiettivi.

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