Slitta vendita Alitalia, per Lufthansa va ridimensionata

Aerei Alitalia e Lufthansa in pista.
Aerei Alitalia e Lufthansa in pista.

ROMA. – Altri sei mesi di tempo per la vendita di Alitalia. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera all’atteso decreto che proroga sia i termini per la cessione della compagnia in amministrazione straordinaria, sia quelli per il rimborso del prestito ponte concesso un anno fa. Una decisione resasi necessaria per permettere al prossimo Governo di prendere in mano il dossier e gestire la fase finale della negoziazione.

In pista ci sono tre offerte, tra cui quella di Lufthansa che torna a ribadire le proprie condizioni: Alitalia così com’è non va bene, va prima ristrutturata sia in termini di costi che di dimensioni. Il decreto varato dal cdm sposta i tempi per la vendita dal 30 aprile al 31 ottobre e il termine per il rimborso del prestito ponte di complessivi 900 milioni dal 30 settembre al 15 dicembre.

A dettare questa seconda proroga in quasi un anno di amministrazione straordinaria (la prima è stata fatta a ottobre nel dl Fisco) l’incertezza del quadro politico e la necessità di un nuovo Governo per gestire la prossima fase.

Sul tavolo ci sono tre offerte (Lufthansa, la cordata con EasyJet, Cerberus, Delta e Air France, e Wizz Air) ed “è chiaro che adesso bisogna entrare in un fase di negoziazione più stretta che presuppone che ci sia un governo, che su questo possa esprimere il proprio orientamento”, ha spiegato il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda al termine del cdm, evidenziando come già in campagna elettorale su Alitalia la politica si sia espressa con opinioni “molto differenti”.

Che il tema sia sensibile lo conferma la dichiarazione del M5s arrivata prima del cdm: “proroga giusta, visto il governo uscente. Ma che non si inserisca alcun vincolo, né per Lufthansa né per altri. Il nuovo governo dovrà avere le mani libere”. La palla passa quindi al prossimo Governo, senza dimenticare che “Alitalia rimane nel lungo periodo fragile, perché è un’azienda molto piccola che deve fare degli investimenti molto significativi”, ha avvertito Calenda, ribadendo che comunque il prestito ponte è “sostanzialmente intatto”.

E in attesa di ricevere dalla Commissione Ue (che fa sapere di aver appena inviato la lettera) la notifica dell’apertura dell’indagine per valutare se si tratti di aiuto di stato, il dialogo con Bruxelles prosegue.

Tra i pretendenti alla finestra, intanto, Lufthansa non cambia la propria posizione. La compagnia tedesca, che ha chiuso il primo trimestre con conti in miglioramento (una perdita netta ridotta da 68 a 57 milioni e utile operativo rettificato in crescita del 4% a 26 milioni), ribadisce di non essere interessata all’Alitalia in queste condizioni e chiede una ristrutturazione sia per le dimensioni, che per i costi, che sia a carico dell’Italia. Altrimenti, fa sapere Lufthansa, c’è già un’alternativa: farà crescere Air Dolomiti, di cui Lufthansa detiene il 100% dal 2003. Una posizione che preoccupa i sindacati che intanto oggi hanno firmato con Alitalia la proroga al 31 ottobre per il rinnovo del contratto di lavoro.

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