Strage di reporter nel mondo, 29 uccisi in quattro mesi

Veglia dopo l'uccisione del giornalista slovacco Jan Kuciak. EPA/MATEJ KALINA

PARIGI. – Sono almeno 29 i giornalisti e operatori dei media uccisi nel mondo dall’inizio del 2018 secondo un conteggio basato sui dati di Reporters sans frontières (Rsf). Prima che il duplice attentato di questa mattina in Afghanistan non appesantisse di almeno altri nove morti il bilancio, l’organismo parigino aveva infatti conteggiato almeno 14 giornalisti professionisti uccisi dall’inizio del 2018, a cui si aggiungevano 4 blogger (citizen journalists) e 2 collaboratori dei media.

Nel rapporto pubblicato la scorsa settimana sulla libertà di stampa nel mondo, l’Afghanistan viene piazzato al 118/o posto (su 180), anche a causa dell’Isis e dei talebani che “seminano terrore, creando dei reali ‘buchi neri dell’informazione'”. In una nota, il segretario generale di Rsf, dice di “conoscere l’impegno del governo afghano per la protezione dei giornalisti”. E però lo invita a “proseguire gli sforzi in materia di sicurezza e di formazione”.

L’Ong parigina riferisce inoltre di essersi rivolta alle Nazioni Unite affinché “invii un segnale forte alla comunità internazionale e ai protagonisti locali, nominando un rappresentante speciale per la protezione dei giornalisti”. Nel 2017, i giornalisti uccisi nel mondo erano stati 65, in leggero calo rispetto ai 79 dell’anno precedente.

Più in particolare, tra i reporter uccisi nel 2017 c’erano 50 professionisti, sette blogger e otto collaboratori. Lo scorso anno, la maglia nera del Paese più pericoloso è andata alla Siria, con 12 giornalisti uccisi recensiti, davanti al Messico (11), l’Afghanistan (9), l’Iraq (8) e le Filippine (4). In partenariato con l’Unesco, Rsf ha pubblicato una guida pratica multilingue per la sicurezza dei media che operano nelle zone a rischio. Il documento è disponibile gratuitamente on-line.

(di Paolo Levi/ANSA)

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