Confindustria: “No al reddito di cittadinanza. E’ spreco”

Reddito di cittadinanza, un cartellone elettorale del M5s.
Reddito di cittadinanza, un cartellone elettorale del M5s.

ROMA. – Costerebbe “molto”, uno “spreco ingente”, e con danni collaterali come quello di disincentivare il lavoro: Confindustria boccia così l’ipotesi di introdurre un reddito di cittadinanza che “sulla scia dei risultati elettorali” è oggi “al centro della discussione”. Lo scenario è una Italia, oggi, in cui “la povertà è cresciuta molto con la crisi: ci sono 1,6 milioni di famiglie in povertà assoluta per un totale di quasi 5 milioni di individui”. Una indigenza “legata a doppio filo alla bassa partecipazione al mercato del lavoro”.

Per gli economisti di via dell’Astronomia “il reddito di cittadinanza potrebbe costare molto (30 miliardi di euro o più secondo varie stime, rispetto ai già elevati 17 miliardi prospettati dal M5S) e comportare uno spreco ingente di risorse pubbliche, poiché verrebbe concesso anche a individui che poveri non sono. È inoltre alto il rischio che disincentivi il lavoro, dato l’elevato importo del beneficio e l’assenza di un meccanismo di cumulo con il reddito da lavoro. Per incentivare la partecipazione, inoltre, prevede solo l’obbligo di iscrizione ai Centri per l’Impiego, strutture che necessitano di una profonda e costosa riforma per poter garantire risultati apprezzabili nel facilitare l’avviamento al lavoro”.

Tra i possibili strumenti universali di contrasto alla povertà gli industriali difendono il Reddito d’Inclusione avviato da gennaio “dopo svariate sperimentazioni territoriali”, e “con scarsi finanziamenti (2,1 miliardi di euro nel 2018)”, tanto che “si stima che potrà coprire solo la metà della platea”.

L’analisi – una nota del Centro studi di Confindustria – suggerisce alla politica che “ad oggi affrettarsi a sostituire uno strumento appena partito significherebbe creare incertezza e allungare i tempi di implementazione. Più opportuno darsi il tempo per condurre una seria valutazione, specie delle modalità di attivazione al lavoro, e nel frattempo indirizzare le risorse per aumentare platea e beneficio”.

Lascia un commento