Luis Vicente León: “L’eventuale vittoria di Falcón dipenderá dagli elettori”

I sondaggi di Datanalisis indicano una chiara diminuzione di chi è disposto a votare il 20M. Mentre in altre occasioni si prevedeva il 70%, questa volta, soltanto il 30% sembra voler recarsi alle urne.
I sondaggi di Datanalisis indicano una chiara diminuzione di chi è disposto a votare il 20M. Mentre in altre occasioni si prevedeva il 70%, questa volta, soltanto il 30% sembra voler recarsi alle urne.

Caracas.- Il presidente di Datanálisis, Luis Vicente León, afferma che la percentuale di elettori dell’opposizione venezuelana, disposti a votare, è molto diminuita. Difatti, il sondaggista ha spiegato che il 70% della popolazione mostrava essere disposta a votare nel passato. Ma per le prossime elezioni, soltanto un 30% dei votanti di opposizione è disposto a farlo.

Inoltre, durante l’intervista alla radio con la giornalista Shirley Varnagy, Luis Vicente León ha detto che il candidato Henri Falcón sarebbe in seconda posizione nella lista dei leader oppositori, mantenendo il primato Leopoldo López, di Voluntad Popular.

León ha pure suggerito che una eventuale vittoria elettorale di Falcón dipenderebbe dalla partecipazione della gente alle elezioni. Quindi, secondo l’analista, un chiamato a votare da parte dell’opposizione sarebbe opportuno perché ciò beneficerebbe i risultati dei comizi.

Ratti: “Mi ritiro dall’accordo con il CNE”

Falcón continua la sua corsa elettorale e Ratti punta al candidato unico. Luis Alejandro Ratti, ha detto che si ritira dagli accordi presi con il CNE perché ha affermato che l’ente non li sta compiendo.

In un’intervista per il canale in streaming Vivo Play, Ratti ha sostenuto che il vantaggio del governo potrebbe combattersi soltanto votando massivamente il 20 maggio.

Dunque, Ratti sta cercando l’appoggio da parte degli altri aspiranti alla presidenza per concordare un unico candidato oppositore.

Guerra: “Nuovo salario non aumenterà il potere d’acqusito”

E mentre la campagna elettorale continua tra sondaggi e aumenti salariali, l’economista José Guerra, crede che il salario minimo non servirà per migliorare il potere d’acquisto della gente. Anzi, non farà altro che incrementare i prezzi dei prodotti perché genererà nuove spese che potranno soltanto essere affrontate con altrettanti aumenti.

Guerra insiste che la politica della Banca Centrale del Venezuela di stampare moneta incide negativamente sui livelli di iperinflazione. E riguardo la riconversione monetaria prevista per il 4 giugno, l’economista afferma che dovrebbe essere posticipata perché non c’è sufficiente tempo per raccogliere tutto il circolante.

Jaua: “L’aumento è un diritto dei lavoratori”

Ma il vicepresidente per il Settore Sociale, Elías Jaua, ha spiegato che l’aumento salariale è un diritto dei lavoratori e ha rifiutato la speculazione promossa da alcuni settori del paese. Anche Jaua crede che in Venezuela è in corso una guerra economica contro il paese, perciò un aumento nel salario aiuterebbe i lavoratori a combatterla.

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