Giro, Bartali cittadino d’Israele: “Non dimenticheremo”

GERUSALEMME. – Gino Bartali è cittadino onorario di Israele. A pochi giorni dalla partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme, Yad Vashem (il Museo della Shoah), ha voluto testimoniare ancora un volta la sua riconoscenza per il campione che nell’Italia occupata dai nazi-fascisti contribuì alla salvezza di molti ebrei portando nascosti sotto il sellino della sua bicicletta documenti contraffatti.

“Il popolo e lo Stato di Israele ricorderanno sempre Gino Bartali campione nello sport, campione nella vita. Non lo dimenticheremo”, ha detto Avner Shalev, presidente di Yad Vashem, consegnando il riconoscimento postumo alla nipote di ‘Ginettaccio’, Gioia Bartali. Nel ‘Muro dell’Onore’, poco più in alto da dove si è svolta la cerimonia, dal 2013 il nome di Bartali è inciso tra i ‘Giusti tra le Nazioni’, i non ebrei che scesero in campo a rischio della loro stessa vita per opporsi all’Olocausto.

“Di lui – ha sussurrato tra le lacrime Gioia Bartali – voglio raccontare la sua grande umanità. Mio nonno era un uomo di pace”. L’eccezionalità di Bartali non è stata solo la sua attiva partecipazione alla rete di aiuti agli ebrei braccati messa in piedi nel 1944 dal rabbino di Firenze Nathan Cassuto e dall’arcivescovo Elia Angelo Dalla Costa, ma anche il suo riserbo, durato anni, sulle vicende di cui fu protagonista.

“Un uomo straordinario che ha saputo andare contro una maggioranza che non lo ha sostenuto”, ha spiegato Shalev ricordando la situazione dell’Italia di quegli anni. “Per me e per i miei parenti – ha sottolineato Gioia Bartali ricordando anche suo padre Andrea, scomparso l’anno scorso, presente alla nomina di Gino come ‘Giusto tra le Nazioni’ – è un momento molto speciale”.

“Spesso – ha aggiunto poi parlando con i giornalisti – ho immaginato la sua forza quando era impegnato, senza che la sua famiglia ne sapesse nulla, nel soccorso agli ebrei”. “Bartali – ha spiegato l’ambasciatore italiano in Israele Gianluigi Benedetti – non ha rinunciato a fare del mondo un posto migliore… La più grande vittoria che ha portato a casa è stata quella contro il diavolo, contro l’oppressione, l’ingiustizia, la paura”.

“Bartali – ha continuato – ha salvato molte vite ebraiche condannate alla morte, e, anche peggio, alla deportazione, ai campi di sterminio, alle fiamme dei crematori”. “La sua corsa più grande non è stata nel ciclismo di cui era il maggiore campione della sua era – ha osservato Sylvan Adams grande patron dell’edizione del Giro in Israele e presidente della squadra ciclistica israeliana – ma nella vita”.

Un giudizio condiviso dal Direttore del Giro Mauro Vegni: “Poteva sembrare burbero, ma chi lo ha conosciuto sa che era un uomo buono e giusto”. Ed in onore di Ginettaccio la squadra israeliana della ‘Cycling Academy’ ha compiuto una ‘Pedalata della pace’ all’interno di Yad Vashem.

(di Massimo Lomonaco/ANSA)

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