Grillo rilancia M5s di lotta e Di Maio evoca la piazza

Roberto Fico, Beppe Grillo e Luigi Di Maio.
Roberto Fico, Beppe Grillo e Luigi Di Maio. (Photo by Jacopo Landi/NurPhoto via Getty Images)

ROMA. – Dopo settimane di attesa e di paziente osservazione dalla neutra posizione di garante, arriva la “zampata” del leone a 5 Stelle: Beppe Grillo torna a farsi sentire per riaprire un necessario varco alla strettoia ‘governista’ imposta dal candidato premier Luigi Di Maio al M5s. Che ora si offre più che mai come un Movimento da una parte “di lotta” e dall’altra “di governo”. Grillo torna ad invocare il referendum sull’euro dalle colonne di un nuovo mensile culturale francese dal nome un po’ inquietante, “Putsch”: è una scappatoia che il fondatore offre ai 5 Stelle mentre la strada di un governo pentastellato sembra sempre più in salita.

L’intervista, c’è da dire, è stata fatta lo scorso 27 aprile, giorno in cui il giornalista francese lo ha incontrato subito dopo il suo spettacolo a Casalmaggiore. Ma la pubblicazione in queste ore non può che alimentare le speranze di quella parte del Movimento che guarda con preoccupazione al progressivo abbandono del suo spirito di origine, alle tattiche politiche, ai compromessi richiesti dalla dialettica partitica.

“La novità di oggi è il ‘vaffa’ di Beppe” annota un esponente della vecchia guardia ortodossa che intravede anche una certa presa di distanza da questa posizione nelle parole di Di Maio che circoscrivono l’uscita di Grillo a quella di uno “spirito libero”. In realtà è lo stesso Di Maio che sembra ormai sempre più propenso ad abbandonare il piano del confronto governativo con quello più movimentista. L’appello al voto è anche questo, non solo l’unica via d’uscita ad uno stallo che lo vede sempre più lontano da palazzo Chigi.

Non è un caso che il richiamo al voto si affianca ora all’evocazione della piazza. Escludere il M5s dal governo “significherà ancora una volta chiamare in causa i cittadini: noi l’abbiamo fatto chiedendo il voto subito, ma è chiaro che il M5S a quel punto può chiamare in causa i cittadini in altri modi…” lascia cadere Di Maio, dicendo e non dicendo. La strategia della ‘rivolta’ ancora una volta paga: tant’è che sul blog il tam-tam della base che fino all’altro ieri era scettica sulle urne, oggi sembra abbracciare pienamente la linea del “al voto, al voto”.

Si vedrà la risposta della truppa parlamentare che il leader ha chiamato a raccolta lunedì sera, dopo le consultazioni. In pochi paiono crederci (“è un’evidente cazz…” mugugna un parlamentare; “pura follia” un altro), altri si limitano a commentare che la richiesta “è coerente” con la situazione. Il nuovo turno elettorale, per altro, arriverebbe come secondo appuntamento delle amministrative del 10 giugno che, è il timore diffuso tra i 5 stelle, “potrebbe replicare la batosta del Friuli”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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