Tifosi italo-venezuelani infuriati: “Queste sviste in Champions non dovrebbero esserci”

CARACASQuesta edizione della prestigiosa Champios League sarà ricordata per le rimonte epiche e sopratutto per le sviste arbitrali che hanno condizionato non una, ma diverse gare della massima competizione continentale per club.

Troppi errori arbitrali incomprensibili, troppe polemiche e la sensazione che il no della Uefa alla videoassistenza abbia creato un microclima in cui, nell’arco di due mesi, la credibilità tecnica della manifestazione più ricca del calcio mondiale è andata a pezzi. I tifosi italo-venezuelani sono andati su tutte le furie dopo la gara della Roma contro il Liverpool.

Iniziando con Giovanni Russo che ci dice: “Scandaloso l’arbitraggio di questa Champions League! Forse con un arbitraggio idoneo al suo prestiggio le protagoniste della semifinali sarebbero state altre. Non é possibile che una squadra sia arrivata in finale con sviste arbitrali agli ottavi, ai quarti ed in semifinale. Io non tifo Roma! Ma in Europa tifo tutte le italiane! I giallorossi hanno dimostrato che se c’è forza di volontà in campo si possono ottenere risultati impensabili”.

Matteo Grillo ci fa il punto: “Bissare una rimonta come quella contro il Barcellona era difficilissimo, ma la gara si è affrontata con grande dignità e impegno. Peccato per qualche errore di troppo non solo dell’arbitro ma anche dei giocatori giallorossi. L’unica cosa che dico é che l’Italia dovrebbe far valere il suo blasone per non subire questo tipo di torti nelle competizioni. Poi, se penso che Pierluigi Collina é il responsabile della commissione arbitrale dell’Uefa mi arrabio di più. Non dico che debba aiutarci, ma mandare arbitri più idonei al blasone delle gare”.

Due semifinali di Champions sfregiate da errori arbitrali probabilmente decisivi per la qualificazione. Peggio di così non poteva andare e diventa insostenibile l’opposizione di Ceferin (presidente Uefa) alla Var. I club devono spingere per l’introduzione della tecnologia almeno dagli ottavi in poi. La Roma può recriminare per un clamoroso rigore negato sul 2-2: El Shaarawy calcia a botta sicura da pochi metri e trova la “parata” del difensore Alexander-Arnold. Penalty solare e ci stava l’espulsione del difensore perché evita un gol certo (Karius era battuto). Errore gravissimo per Skomina (la Var l’avrebbe salvato) che poi nel recupero dà un rigore quasi per “compensazione”: Under prova il dribbling e il pallone sbatte sul braccio di Klavan attaccato al corpo. L’arbitro indica il dischetto, sbagliando. Per il resto, altra svista all’alba del match quando Praprotnik segnala un fuorigioco inesistente su Dzeko, poi abbattuto in area da Karius (sarebbe stato rigore).

Alessandro Delle Monache ci spiega: “Rimane la lezione della Roma, che ha ricordato al calcio italiano che si può andare avanti in Champions League anche da sfavoriti, senza gufarsela schierando la panchina, e che nelle nostre corde ci sono le imprese, che si può richiamare un grande pubblico e che questo, anche da noi, puó essere l’arma in più. Ne sanno qualcosa Atlético Madrid, Chelsea, Barcellona e Liverpool che non sono mica squadrette”.

Donato Conti ha sentimenti contrastanti dopo il match dell’Olimpico: “La Roma mi ha fatto vivere un sogno, peccato che poi la sfortuna e l’arbitro mi hanno fatto svegliare bruscamente”.

Mentre Giuseppe Pastore ci dice: “I soli tre minuti di recupero sono la fotografia dell’ennesimo arbitraggio insufficiente in Champions League. Complimenti Collina!”.

Rosario D’Angelo é più ironico: “Io non sono tifoso né tifoso della Roma e tantomeno della Juve ma penso che insieme al ranking UEFA regalano anche l’arbitro! Penso che ai vertici Uefa dopo aver visto la nostra serie A dominare le competizioni europee negli anni ’90 adesso ci stiano facendo pagare gl’interessi”.

Dal canto suo, Antonia Marchi é amareggiata: “Non è possibile che la più importante competizione Europea venga decisa da arbitri incapaci. Ci vuole una rivoluzione a livello arbitrale!”.

Che si cambi qualcosa nella prossima stagione è pressochè impossibile, anche se l’impatto dei disastri di Madrid e Roma è stato forte e potrebbe spingere in direzione contraria. La maggior parte dei grandi club, rappresentati da Andrea Agnelli capo dell’Eca (l’associazione che li raggruppa) spinge per la tecnologia e, nel caso del numero uno della Juventus, anche per un ricambio ai vertici arbitrali Uefa con l’allontanamento del designatore Collina.

Dulcis in fundo, la tecnologia, é inutile commentare la necessità assoluta di ricorrere non solo alla Var ma a ogni ulteriore strumento di supporto che possa ristabilire la verità su qualsiasi episodio dubbio o contestato nel corso delle gare. Lo si deve alla lealtà sportiva, ai tifosi, agli azionisti delle società di calcio, a tutti quelli che scommettono lecitamente sulle partite, lo si deve agli spettatori e soprattutto alla sicurezza negli stadi che spesso si infiammano proprio per imperdonabili errori arbitrali.

(di Fioravante De Simone)

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