Accuse di abusi, si dimette il procuratore di New York

Il procuratore generale dello stato di New York Eric Schneiderman

NEW YORK. – L’onda d’urto del movimento #MeToo appare inarrestabile e negli Stati Uniti fa un’altra vittima illustre e insospettabile: il procuratore generale dello stato di New York Eric Schneiderman, uno degli uomini più potenti e stimati della Grande Mela, divenuto una delle figure simbolo proprio della campagna contro le molestie sessuali. Lui che presso una corte di Manhattan è stato il primo ad avviare un’azione legale contro il produttore cinematografico Harvey Weinstein.

Democratico, anti-Trump, legato a doppio filo a personaggi politici di spicco come il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo, Schneiderman è stato costretto alle dimissioni immediate poche ore dopo che quattro donne lo hanno accusato di abusi e violenze fisiche. Lo scoop è ancora una volta del New Yorker, il magazine che con le testimonianze raccolte ad Hollywwood e dintorni (compresa quella di Asia Argento) scoprì il vaso di Pandora dello scandalo che prima ha travolto Weinstein e poi con un effetto domino è dilagato ovunque, valicando i confini Usa e sconvolgendo il mondo dello spettacolo, della politica, dello sport, e persino quello della cultura.

Assurto negli ultimi mesi agli onori della cronaca anche per alcune sue indagini legate all’impero di Donald Trump, Schneiderman, 63 anni, ha ammesso i fatti raccontati dalle quattro accusatrici, ma ha negato con forza di aver agito contro la volontà delle donne, parlando di “attività sessuali consensuali”. Nel dettaglio, due delle donne che accusano l’ormai ex procuratore di New York hanno raccontato al New Yorker che durante i rapporti sono state strette al collo fin quasi al soffocamento e colpite ripetutamente su varie parti del corpo. Entrambe spiegano di aver avuto bisogno di alcune medicazioni.

Una terza donna, un’avvocatessa, ha invece raccontato di essere stata violentemente schiaffeggiata sul viso, stessa esperienza vissuta anche dalla quarta accusatrice. Tutte e quattro le donne avrebbero comunque avuto una relazione sentimentale con l’uomo e spesso i fatti – hanno raccontato loro stesse – si sarebbero verificati dopo il consumo di alcol.

Gli episodi risalgono tutti al periodo in cui Schneiderman ha ricoperto l’incarico di procuratore generale, con quest’ultimo che nega con forza ogni abuso, sottolineando come “nella privacy di alcune relazioni intime si è trovato coinvolto in alcuni giochi di ruolo e altre attività sessuali consensuali”: “Non ho aggredito nessuno – si difende – e non sono mai stato coinvolto in rapporti sessuali non consensuali, una linea che non oltrepasserei mai”.

Tra lo shock e l’imbarazzo generale, le dimissioni sono arrivate dopo che alcuni dei suoi alleati politici, a partire dal governatore Cuomo, hanno fatto pressioni chiedendogli un passo indietro, anche in attesa di verificare le accuse. Intanto il procuratore di Manhattan, Cyrus Vance, ha aperto un’inchiesta, sollevando molti dubbi sul suo esito. Vance infatti fu a sua volta indagato proprio da Schneiderman con l’accusa di non aver perseguito Weinstein nel 2015, quando già furono raccolte delle prove contro l’ex re dei produttori di Hollywood.

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