Uomo spara in casa, al bar e scappa. Due morti e tre feriti

Un elicottero impegnato nelle ricerche dell'uomo che in due distinte sparatorie ha ucciso una persone e ferito altre quattro, Limbadi. ANSA/GIANLUCA PRESTIA

VIBO VALENTIA. – Pomeriggio di sangue nel vibonese dove un uomo di 32 anni ha imbracciato un fucile spostandosi tra Limbadi e Nicotera e lasciando sul terreno due morti e tre feriti. L’autore è stato identificato in Francesco Olivieri, imparentato, tra l’altro, con alcuni esponenti della cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso di Limbadi. L’uomo – definito da un investigatore un ‘soggetto problematico’ – viene adesso ricercato dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia che hanno attivato battute nelle campagne di Limbadi dopo che è stata ritrovata la sua auto, una Fiat Panda.

Tutto è cominciato nel primo pomeriggio. L’uomo, a bordo della sua auto, si è fermato davanti ad un bar a Limbadi ed è sceso imbracciando un fucile. Una volta dentro ha sparato due colpi contro tre uomini che stavano giocando a carte. Due sono stati feriti solo di striscio, praticamente illesi, mentre è rimasto ferito in modo non grave Pantaleone Timpano. Subito dopo Olivieri è uscito, è rimontato in auto ed ha fatto pochi chilometri per spostarsi a Nicotera.

Qui è entrato nell’abitazione di Giuseppina Mollese, di 69 anni, e le ha sparato contro una fucilata che ha raggiunto la donna all’addome. Poi è uscito, imbracciando sempre il fucile ha percorso a piedi cieca 200 metri, passando anche davanti a una scuola, ed è andato a casa di Michele Valarioti, 63 anni, dove la moglie ha aperto la porta all’assassino che appena entrato ha sparato uccidendo l’uomo sul colpo, mentre la donna è stata soccorsa e portata in eliambulanza nell’ospedale di Catanzaro dove è morta in sala operatoria mentre i medici si apprestavano ad operarla nel tentativo disperato di salvarle la vita.

Compiuta quella che riteneva essere la sua missione, Olivieri si è allontanato nuovamente a bordo della sua Panda che ha abbandonato nelle campagne di Limbadi proseguendo la fuga a piedi. Immediatamente è scattata una gigantesca caccia all’uomo condotta da carabinieri e polizia, anche con l’ausilio dell’elicottero dell’Arma, ma finora le ricerche hanno dato esito negativo.

I gravi fatti sono stati al centro della Riunione tecnica della forze di polizia, convocata urgentemente dal Prefetto di Vibo Valentia, Guido Longo, con la partecipazione del vertici provinciali delle forze dell’ordine, nel corso della quale è stato fatto un punto di situazione sulle indagini. Oltre alle ricerche del fuggiasco, i carabinieri della Compagnia di Tropea e quelli del Comando provinciale di Vibo sono impegnati anche nel cercare di trovare un perché al pomeriggio di sangue.

Le persone finite nel mirino dello sparatore non risultano imparentate tra loro e neanche con Olivieri. Gli investigatori stanno quindi cercando di accertare se vi possano essere legami di altro tipo tra l’uomo che ha sparato e le sue vittime e tra queste tra loro. I carabinieri stanno anche valutando due episodi del passato. Una ventina d’anni fa il figlio di Giuseppina Mollese, Ignazio Saccomanno, fu ucciso in un agguato. Stessa sorte toccata ad un fratello di Francesco Olivieri, Mario, assassinato nel 1997. L’attenzione degli investigatori si è incentrata su quegli episodi per verificare se possano essere stati collegati tra loro e, soprattutto, se possano spiegare quello che è successo.

(di Alessandro Sgherri/ANSA)

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