Gentiloni: “Preoccupazione in Europa”. Affondo di Macron

Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni durante il vertice Ue - Balcani occidentali. (Foto Presidenza Consiglio)

SOFIA. – Le chiama “forze eterogenee e paradossali”, Emmanuel Macron. Due aggettivi che esprimono tutti i timori per il nascente governo di M5s e Lega. Che riporta l’Italia al centro della scena europea. Osservato speciale. Da Bruxelles già arriva il richiamo dei Commissari Ue a rispettare gli impegni, dal deficit alla Tav. E dell’alleanza giallo-verde si parla, racconta Paolo Gentiloni, in tutti i colloqui “dietro le quinte possibili e immaginabili” di un vertice dei leader europei a Sofia.

Il rischio, avverte il premier uscente, al suo ultimo vertice Ue, è che proposte “mirabolanti” portino il Paese “fuori strada: a pagare sarebbero gli italiani, non gli euroburocrati”. “Incertezza, dubbi, fiducia”, sono le reazioni di Macron alle trattative grillo-leghiste. E la fiducia è riferita al ruolo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Ha indicato che l’impegno in Ue sarà uno dei criteri di costituzione del futuro governo”.

E’ insolito che i leader Ue diano giudizi su un esecutivo non ancora nato e infatti, mentre Angela Merkel tace, Macron inserisce tra parole assai diplomatiche un giudizio lapidario: “A questo stadio forze disparate e paradossali potrebbero dar vita a un progetto di cui non vedo i lineamenti”.

A margine del vertice di Sofia tra l’Ue e i Balcani, Gentiloni raccoglie “l’attenzione e le preoccupazioni” dei suoi colleghi: da Macron e lo svedese Stefan Lovfen, con cui ha colloqui bilaterali, alle chiacchierate informali con Merkel, Theresa May, Alexis Tsipras, Viktor Orban, Mark Rutte, Antonio Costa.

L’Europa è preoccupata, sintetizza Gentiloni, non per “le idee politiche” del nascente esecutivo ma per il suo programma. C’è il timore, spiega ancora il premier uscente, che Roma smetta di farsi carico dei migranti (“Gentiloni ha fatto l’impossibile”, afferma Macron). E che sfori su deficit e debito: “L’Italia resti nei binari, continui a ridurli”, avverte il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis.

La commissaria ai Trasporti Violeta Bulc punta invece i fari sul possibile stop alla Tav nel “contratto” giallo-verde: “L’Italia ha firmato nel 2014 – ricorda – l’impegno” a completarla. Ma è sotto i riflettori anche la proposta, cui plaude il Cremlino, di cancellazione delle sanzioni alla Russia: l’asse di Roma si sposta verso Mosca?, si domandano le cancellerie. Per non parlare delle elezioni europee del 2019: i giallo-verdi guideranno la carica degli euroscettici?, si chiedono.

“Il populismo va avanti quando c’è incapacità di decidere”, dice Macron rilanciando il vertice di fine giugno sul futuro dell’Ue e la propria “battaglia” politica agli euroscettici. E’ molto interno invece il messaggio che Gentiloni manda da Sofia: oggi, dichiara, l’Italia “è considerata un partner solido e credibile” ma “se si andasse fuori strada a essere danneggiati sarebbero le imprese e le famiglie”.

Non si ripiomberà in una crisi come quella del 2011, aggiunge, “non faccio il profeta di sventura”, ma “ci sarebbero conseguenze” dal tentare di portare avanti proposte “mirabolanti”. Con queste parole il premier uscente si accomiata dalla scena europea: “E’ il mio ultimo vertice”, dice. Ma ancora non sa quanti altri giorni dovrà restare a gestire gli affari correnti a Palazzo Chigi.

(Dell’inviata Serenella Mattera/ANSA)

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