La politica scuote i mercati: corre lo spread, ma la Borsa tiene

Entrata del Palazzo della Borsa di Milano vista dall'interno con la parola BORSA
Piazza Affari Palazzo della Borsa .

MILANO. – Ancora forte tensione sui titoli di Stato, spread con la Germania che tocca quota 190 ai massimi da quasi un anno, Borsa molto nervosa ma in tenuta anche grazie a Wall street. La prima giornata della settimana, quella dell’ufficializzazione del premier proposto da M5S e Lega, è stata difficile sui mercati finanziari, con un dato significativo: nelle ultime due settimane il rendimento del Btp decennale – il bond che meglio misura la pressione sui titoli italiani – è salito del 35% ai massimi da quasi tre anni.

Non ha aiutato un report dell’agenzia di rating Fitch, secondo la quale il ‘contratto’ che sarebbe alla base del possibile prossimo esecutivo “aumenta i rischi per il profilo di credito sovrano, in particolare attraverso un allentamento di bilancio e un potenziale danno alla fiducia”.

Secondo Fitch “è incerto in che misura questi rischi si tradurranno in una valutazione creditizia più debole, dipenderà dalla capacità del governo di realizzare il programma”, ma il ‘contratto’ “è incoerente con l’obiettivo affermato di ridurre il debito”.

Il differenziale dei rendimenti tra Btp e Bund si è così mosso al rialzo per tutta la giornata, sfiorando i 190 punti base negli ultimi minuti di scambi sui mercati telematici e chiudendo a quota 185, con il rendimento del titolo decennale italiano al 2,37%.

Gli operatori non hanno potuto registrare le dichiarazioni rassicuranti del tardo pomeriggio di Di Maio e Salvini al Quirinale, mentre hanno ascoltato i segnali dall’estero, con il componente del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, l’austriaco Ewald Nowotny, che da Praga ha detto che le proposte dei partiti che si apprestano a formare il nuovo governo “stanno creando molto nervosismo”, auspicando che le politiche saranno “molto più sagge” delle proposte.

Aggiungendo che i contratti ‘credit-default swap’ quinquennali sul debito italiano, che assicurano dal rischio d’insolvenza, sono balzati a 135 punti base dagli 85 di aprile, non stupisce che Piazza Affari sia stata molto nervosa per tutta la giornata, chiudendo comunque in tenuta.

L’indice Ftse Mib ha infatti segnato un calo finale apparente dell’1,52%, ma depurato dall’impatto del pagamento dei dividendi per 19 grandi società il risultato è seppur di poco sopra la parità (+0,2%). Intesa (la cui cedola è particolarmente corposa) ha perso formalmente il 7,3%, ma l’andamento reale del titolo è negativo per solo lo 0,6%.

Apparentemente in forte calo anche UnipolSai, Generali e altri ‘big’, ma in realtà hanno chiuso non lontani dalla parità. Realmente debole Tim, che non ha pagato il dividendo e ha perso l’1,2% finale, mentre ha recuperato Fca (+2,6%) e ha brillato Fincantieri, salita del 3,6% nelle ore delle ipotesi di un ingresso nel governo del suo presidente Giampiero Massolo.

A sostenere le Borse europee comunque è stata soprattutto la solidità di Wall street sui segnali positivi dai negoziati tra Stati Uniti e Cina per risolvere gli squilibri commerciali tra i due Paesi.

(di Alfonso Neri/ANSA)

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