Missione Governo: monito Colle, premier cruciale e c’è allarme conti

Il Quirinale in una foto d'archivio (Foto ANSA)

ROMA. – L’ultimo argine del Colle al Governo giallo-verde in materia di politiche internazionali ed economiche si manifesta e palesa tutti i timori che stanno venendo a galla alla vigilia di un incarico a Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio non è una mera figura simbolica, un semplice esecutore, tantomeno si può pensare che certifichi quanto gli chiedono i ministri. Casomai il contrario, dice in sostanza il presidente a Luigi Di Maio e Matteo Salvini che gli hanno consegnato il nome del giurista fiorentino.

Ma Sergio Mattarella è molto preoccupato e non lo ha nascosto alle delegazioni di Lega e Movimento Cinque stelle salite al Quirinale in rapidissima successione. Una preoccupazione concreta che ha spinto il capo dello Stato a prendersi una pausa di riflessione che si annuncia piuttosto profonda. Molto probabile che si tratti di una meditazione di 48 ore visto che ha convocato i presidenti di Camera e Senato per coinvolgerli nelle difficili decisioni che si accinge a prendere.

Ragionevole che Conte possa essere incaricato solo mercoledì. Il Nome del professore di diritto privato girava da parecchi giorni, purtroppo accompagnato da una serie di indiscrezioni sulla squadra di ministri che lo sorreggeva. Lo sorreggeva, appunto. Quasi quella del premier fosse una figura secondaria, eterea, impalpabile. Del tutto secondaria per alcuni.

A tutto questo si aggiungevano segnali di superficialità rispetto alla tenuta del Paese. Dichiarazioni improvvide sulle banche, o indicazioni ritenute estreme per dicasteri sensibili con alto impatto internazionale. A partire dall’Economia (il nome di Paolo Savona difficilmente può essere digerito dal Colle), senza trascurare la Difesa.

Ecco quindi che il presidente ha piantato due paletti. Il primo: ha segnalato alle forze politiche – ove non se ne fossero accorte – le preoccupazioni per i segnali di allarme sui conti pubblici e sui risparmi dei cittadini. E tutto fa pensare che il Quirinale non resterà passivo sulle linee fondamentali di politica estera ed economica quando si passerà formalmente alla costruzione della squadra di Governo.

Il secondo, propedeutico al primo: Mattarella ha ricordato a Lega e Cinque stelle l’importanza cruciale del ruolo che la Costituzione assegna al premier attraverso l’articolo 95. Cioè che il presidente del Consiglio non è una comparsa in commedia: infatti è lui che dirige la politica generale del governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri. E non viceversa.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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