Per Eurispes “faticosa risalita”. Soffre il ceto medio

Una tipica famiglia italiana con tre bambini tira la cinghia
Soffre il ceto medio

ROMA. – “Napoleone diceva che i sottoufficiali sono la spina dorsale dell’esercito, io dico che i ceti medi sono la spina dorsale della democrazia. Se tu impoverisci e massacri i ceti medi, massacri la democrazia. La soluzione è una ridistribuzione della ricchezza più equa”. E’ quanto suggerisce l’Eurispes al mondo politico per bocca del suo presidente Gian Maria Fara.

L’occasione è stata la presentazione dell’indagine “Povertà, disuguaglianza e fragilità in Italia. Riflessioni per il nuovo Parlamento”, realizzata da Eurispes e Universitas Mercatorum, a cui hanno partecipato, tra gli altri, i deputati Stefano Fassina e Francesco Boccia.

Negli ultimi anni in Italia gli “esclusi” dal benessere – secondo lo studio – sono aumentati e i ceti medi hanno visto erodere la loro condizione. Si è così determinata “una sempre più iniqua distribuzione che fa sì che i pochi ricchi (l’1%) siano sempre più ricchi e beneficino di buona parte dei dividendi dello sviluppo, mentre la società del 99% resta a guardare”.

In questo contesto, afferma l’indagine, anche l’usura diventa “un indicatore di sofferenza” con un giro di affari che raggiunge “almeno 81,95 miliardi di euro”. E il lavoro sommerso diventa una “strategia di sopravvivenza’, una “sorta di camera iperbarica’ che ha permesso a numerosi soggetti produttivi di riprendere fiato” durante la crisi.

Il flusso di denaro generato in Italia dal lavoro sommerso – per l’Eurispes – si attesta a 300 miliardi di euro a cui si devono aggiungere 156 miliardi di euro di sommerso generati della imprese. Sono almeno 6 milioni i doppiolavoristi tra i dipendenti e 600mila gli immigrati con regolare permesso di soggiorno che lavorano in nero.

Un dato positivo è la “lenta risalita”, dove cresce l’ottimismo e la situazione dei consumi è in “lento miglioramento”: benché nel 2017 gli italiani abbiano continuato a risparmiare su alcune spese rispetto al 2016, la serie storica elaborata dall’Eurispes dal 2010 al 2017 dimostra che gli italiani stanno tornando alla situazione di 7 anni fa. Per il presidente dell’Eurispes è “necessaria anche una seria politica di tassazione. Si parla tanto di web-tax: bisogna far pagare le tasse a quanti fanno miliardi di fatturato e soprattutto la tassazione dovrebbe essere uguale in tutta Europa”.

Per Alberto Baldazzi, curatore dell’indagine, esiste “una specificità tutta italiana, che ha fatto sì che le disuguaglianze si siano acuite, la qual cosa inevitabilmente contrasta l’ottimismo di chi brinda ai dati in ripresa, e introduce la macabra prospettiva di uno sviluppo senza equità”. La ricetta dell’Eurispes è, dunque, quella di abbassare le tasse, farle pagare a chi non le paga, come le multinazionali, e ridistribuire la ricchezza.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)

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