Cei: “Vigileremo sul governo”. Ma flat tax subito bocciata

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Confederazione episcopale italiana mentre predica durante una Messa.
Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Confederazione episcopale italiana. ANSA / CESARE ABBATE

ROMA. – Ci sono “principi irrinunciabili” e la Chiesa italiana vigilerà affinché siano rispettati. “Saremo coscienza critica”, dice il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, parlando del governo che si sta formando. Al premier incaricato Giuseppe Conte, l’arcivescovo Bassetti, titolare a Perugia ma con origini toscane, augura di avere “assorbito l’umanesimo di Firenze” di quei laici, come Giorgio La Pira, ancora tra gli esempi di “laici da imitare”.

I vescovi italiani stigmatizzano la “lunga vacanza” di governo che ha accentuato i problemi e chiedono a coloro che si apprestano a formare l’esecutivo di dare “prova di maturità”. Ma ci sono dei paletti dai quali non si può prescindere, a partire dalla “progressività fiscale”.

Bassetti boccia dunque la flat tax e dice che non “non ci possono essere tagli per tutti genericamente ma solo per le fasce per le quali è necessario. Ci sia una maggiore tassazione sulle attività speculative, si cominci da lì”, suggerisce il cardinale. I vescovi invitano ancora a “non smarrire uno sguardo ampio e una cornice europea”, come anche mettono tra i principi “irrinunciabili” il lavoro “come elemento fondante della dignità”, il contrario delle misure di sostegno al reddito a prescindere.

“Vigileremo, disposti a collaborare ma non a collateralismi”, avverte Bassetti che invece rilancia l’appello per un impegno dei cattolici in politica. Un partito unico come nel passato modello Democrazia Cristiana? “Non sta alla Chiesa dare soluzioni”, risponde in conferenza stampa ma allo stesso tempo fa notare come la stagione dei cattolici divisi in partiti diversi “non abbia dato grandi frutti” e sia comunque “superata”.

“Per la società oggi è necessario il pensiero dei cattolici, ma se non lo esprimono insieme rischia di essere inefficace”, ha detto. Per questo “occorre investire di più in formazione politica”. Un progetto che potrebbe addirittura ripartire dalle parrocchie, come suggerito negli ultimi tempi da analisti del mondo cattolico. Il presidente Cei parla anche della legge 194, a quarant’anni dalla sua emanazione: “Come Chiesa ne abbiamo visti sempre i limiti ma non era una legge a favore dell’aborto, e comunque bisogna apprezzare certi punti rispetto al relativismo totale sull’embrione e sulla vita. Lì ci sono comunque indicati dei paletti”.

Per tornare invece alle problematiche più interne alla conferenza episcopale, oggi sono stati resi noti anche i dati dell’8 per mille. Risale, ma è ancora sotto il miliardo di euro: per il 2018 risulta pari ad euro 997.973.199,26; l’anno scorso l’assegnazione era stata di 986.070.639,38 euro. Poi c’è il nodo dell’accorpamento delle diocesi, sollecitato dal Papa che ha creato però più di qualche malumore nell’assemblea dei vescovi.

“Sarà un processo lungo, non basta prendere in mano una matita, bisogna tenere conto della storia dell’Italia” e anche della situazione di alcuni territori, ha rassicurato il Presidente Cei, spiegando che avverrà “senza smantellamenti” traumatici perché “la gente ha bisogno dei pastori”. A volte quando si ragiona sugli accorpamenti, perché “le nostre diocesi sono tante, senti che la gente dice: ‘Qui non c’è più l’ospedale, il prefetto, il liceo classico, volete andare via anche voi. Noi così siamo scartati'”, un argomento sul quale “il Papa è molto sensibile”, ha concluso.

(di Manuela Tulli/ANSA)

Lascia un commento