Spread a 195, giù le banche. Bce, ancora rischi di contagio

Un operatore di spalle guarda gli schermi con gli andamenti dei valori. di Milano
U/n operaqtore guarda gli schermi nella sala operativa della Borsa di Milano. (ANSA)

ROMA. – Gli investitori tornano a punire l’Italia: le rassicurazioni all’Europa offerte da Giuseppe Conte, incaricato di formare il governo, hanno garantito una tregua di poche ore rotta dopo che il segretario della Lega Matteo Salvini ha promesso che il governo farà “l’opposto di quello che l’Ue ha minacciato negli ultimi anni”. Proprio mentre dalla Bce arrivava l’invito a stare attenti alla tenuta dei conti pubblici.

Il primo test dei mercati all’incarico formale al governo Cinque Stelle-Lega, dopo settimane di negoziati, si chiude così con uno spread tornato a quota 195, un rendimento del Btp decennale al livello di guardia del 2,4%, una fiammata del differenziale su Spagna e Portogallo a livelli che non si vedevano da anni (100 e 50 punti base rispettivamente) quando fino a poco tempo fa era negativo, una Borsa ancora in rosso (-0,71%) e il settore bancario colpito da pesanti perdite.

Se preoccupano gli investitori le parole di Salvini e la difesa della scelta a ministro dell’Economia di Paolo Savona, economista molto critico degli attuali assetti e squilibri dell’Eurozona, le istituzioni europee celano a stento la tensione. A partire dalla Bce, reduce dall’esperienza del governo di Tsipras e del braccio di ferro con la Grecia che vide momenti drammatici.

Il vicepresidente uscente, Vitor Constancio, avverte che i rischi di contagio dall’Italia “non sono completamente eliminati” e che la fiammata del rendimento decennale “non è cosa enorme, ma certamente uno sviluppo significativo e un potenziale motivo di preoccupazione”.

Parole che celano le pressioni cui la Bce è sottoposta da parte della componente tedesca ora che si appresta a uscire gradualmente dal quantitative easing ma continua ad acquistare debito, anche italiano, probabilmente fino a dicembre. Proprio il contagio, a un settore bancario italiano che ancora investe il 10% degli attivi in debito nazionale, viene evocato in un report di Morgan Stanley se il Btp a 10 anni dovesse restare a lungo sopra il 2,4%.

Una prospettiva che spaventa la Vigilanza bancaria di Francoforte e si riflette sulla Borsa, dove spiccano perdite eccellenti come quelle di Unicredit (-1,81%), Mediobanca (-2,35%) sull’onda dello scivolone di Deutsche Bank (-6%) e del Montepaschi che cede oltre il 3%.

Si rivolge anche all’Italia, del resto, il rapporto semestrale della Bce sulla stabilità finanziaria pubblicato oggi, quando avverte dei rischi di un allentamento della politica di bilancio nei paesi ad alto debito: “Un contesto di crescita in peggioramento o un allentamento della posizione fiscale nei Paesi ad alto debito potrebbero influenzare le prospettive fiscali e, per estensione, il sentimento di mercato nei confronti di alcuni emittenti sovrani dell’area dell’euro”.

Il riferimento, implicito ma neanche troppo, è all’eventualità che il ‘mood’ degli investitori possa tornare a prendere di mira un anello debole dell’Eurozona come l’Italia, rievocando i fantasmi del 2011. Non poteva vedere la luce sotto peggiori auspici il piano di Bruxelles di lanciare emissioni di debito garantite dai titoli di Stato sovrani dell’Eurozona, gli ‘Sbbs’ o safe bond, che impacchetterebbero i Btp con i bund tedeschi creando un mercato più integrato, togliendo rischi alle banche e facendo un passo avanti verso una maggiore solidarietà fra Paesi.

La Germania ci vede una mutualizzazione dei rischi, e di fronte alle notizie dall’Italia reagisce con uno stizzito comunicato del ministero delle Finanze di Wolfgang Schaeuble: la proposta “non è il giusto modo di procedere”, e “rende il sistema più complesso e crea nuovi rischi”.

(di Domenico Conti/ANSA)

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