Colle in trincea, con sfiducia rischio voto agosto

Carlo Cottarelli ricevuto al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella che con un braccio in avanti sembra indicargli la strada.
Carlo Cottarelli ricevuto dal presidente Sergio Mattarella al Quirinale. ANSA/ UFFICIO STAMPA QUIRINALE - PAOLO GIANDOTTI

ROMA. – I furiosi attacchi di Luigi Di Maio e Matteo Salvini erano preventivati. Ma le minacce personali che crescono barbaramente sul web e il richiamo della piazza nel giorno simbolo della festa della Repubblica non possono non preoccupare il presidente della Repubblica. Il Quirinale è “determinato” ma certamente in difficoltà rispetto a una situazione che non ha cercato.

E’ indubbiamente al centro di un attacco concentrico, quasi fosse già iniziata una campagna elettorale dove al punto numero uno del programma c’è Sergio Mattarella piuttosto che la permanenza o meno nell’Euro. O meglio, in discussione finisce per essere qualcosa in più della sua persona: il ruolo stesso del presidente della Repubblica.

Per forza di cose costretto nella trincea del Colle, il presidente è stato spinto ad usare l’ultima carta: il governo di garanzia che da oggi ha un nome, Carlo Cottarelli. Mister “spending review” si è preso l’onere di una missione suicida che quasi sicuramente si schianterà in Senato quando, al massimo la prossima settimana, con tutta probabilità non otterrà la fiducia.

Ecco perchè il presidente della Repubblica osserva preoccupato anche il dopo-Cottarelli. E prende corpo la possibilità di un ritorno al voto immediato, ad agosto. E’ noto che Mattarella ha fatto l’impossibile per evitare un ritorno alle urne prima della legge di Bilancio 2019, giudicato pericolosissimo.

Ma Lega e Movimento Cinque stelle stanno cavalcando la piazza senza remore. Cercandola anche nel giorno della festa della Repubblica: proprio per il 2 giugno M5S ha indetto una manifestazione a Roma per protestare proprio contro l’esproprio del voto. Quindi contro il presidente.

Spieghiamo quindi perchè i partiti saranno costretti a trovare una soluzione per rimandare il voto in autunno. Sempre che non preferiscano votare in pieno agosto. Si profila all’orizzonte un ennesimo intoppo di questa lunga crisi che spiazza pure gli esperti. Come e quando sciogliere le Camere? Non è questione di lana caprina. Da ciò dipende la data delle elezioni. Infatti dallo scioglimento alle urne non possono passare più di 70 giorni.

Se ci fosse il voto di fiducia – o meglio di sfiducia – già la prossima settimana le elezioni cadrebbero proprio prima di Ferragosto. Come potrebbe il presidente non sciogliere le Camere immediatamente quando il grido di guerra di Lega e Cinque stelle è “al voto! Al voto!”? Sarebbe costretto a farlo e senza input politici lo farà.

Ecco quindi che in Parlamento si sono attivati gli esperti e i partiti si interrogano su quale sia la strada migliore per far galleggiare lo sfiduciato Cottarelli qualche settimana in più. Almeno fino a fine luglio per poter votare poi all’inizio di ottobre. Una prima soluzione potrebbe essere una mozione firmata da tutte le forze politiche nella quale si concorda che bisogna evitare il voto agostano. Ma questa è una partita che per ora si gioca sotto-traccia.

Mattarella resta sereno, assicurano al Colle. “Sereno e determinato”, anche dopo la contundente richiesta di impeachment (derubricata con un laconico “no comment”) lanciata proprio da Luigi Di Maio. Una richiesta che certo non preoccupa il capo dello Stato più di una mossa elettoralistica. Pesa di più forse la lite aperta con Luigi Di Maio.

Piccole amarezze personali per il presidente che è ben più turbato, si riferisce, dalla lettura di una serie di tweet violentissimi che arrivano fino a toccare la figura del fratello Piersanti ucciso dalla mafia. “Farai la fine di tuo fratello”, si scrive su un web ormai gonfio di frasi violente a dimostrazione che ormai si fa appello alla pancia del Paese.

(di Fabrizio Finzi/ANSA)

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