Mattarella: “Più Ue e collaborazione tra istituzioni”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la firma dei decreti di accettazione dell'incarico. M5s
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la firma dei decreti di accettazione dell'incarico. ANSA/PAOLO GIANDOTTI/UFFICIO STAMPA QUIRINALE

ROMA. – Ora le parole d’ordine sono “collaborazione istituzionale”, coesione e lavoro per un’Europa migliore nella quale l’Italia sia “protagonista”. Ma anche “legalità e accoglienza” quando si parla del delicatissimo tema dei migranti. Sergio Mattarella, nel giorno in cui ha varato il nuovo governo Lega-M5s, interviene per fissare alcuni principi generali che dovranno guidare questa nuova inesplorata fase politica. Ed anche alcuni paletti dedicati all’esecutivo guidato da Giuseppe Conte a cui manda i suoi più sentiti auguri.

Archiviata una crisi lunga e nervosa, il presidente inizia di buon’ora parlando di coesione sociale e di virus ideologici che si stanno impiantando nel dna degli italiani. In un messaggio ai prefetti d’Italia, spina dorsale del Paese, il capo dello Stato non si nasconde dietro un dito e chiede seccamente di “arrestare con fermezza ogni rischio di regressione civile che avanza in Italia e in Europa”.

Ma è sempre al governo giallo-verde che si rivolge quando sottolinea che adesso che sono alla guida dell’Italia devono mettere da parte gli slogan e dedicarsi al Paese lavorando duro per crescita e sviluppo. Anche combattendo “le tentazioni dell’indifferenza e del disimpegno”, innegabili nell’era del populismo.

“La cornice delle istituzioni repubblicane – premette Mattarella parlando dal Quirinale – ha sempre consentito all’Italia di saper affrontare senza esitazioni problemi e sfide impegnative che si sono presentate. Lo stesso confronto tra le forze politiche talvolta aspro si è sempre tradotto nell’attitudine a non ridursi a un conflitto fine a se stesso quanto piuttosto dell’ambizione di assicurare all’Italia prospettive di sviluppo più sicure e più forti”.

E anche oggi deve essere così. Infatti, “tensioni e prove trovano nel quadro delle istituzioni repubblicane piena possibilità di espressione e composizione, in una nazione unita e solidale”. Ma è proprio sul nodo che ha rischiato di far naufragare la nascita del governo carioca che il presidente volutamente torna con decisione, ove mai i suoi moniti passati non fossero stati abbastanza chiari: “le chiavi del benessere sono rappresentate dalla collaborazione.

Questa è l’esperienza rappresentata dall’integrazione d’Europa, in cui l’Italia intende svolgere un ruolo sempre più positivo e protagonista”. Italia battagliera quindi, ma per andare avanti nell’integrazione. Infine, l’ultimo paletto tocca uno dei problemi che più sta a cuore al presidente: l’immigrazione.

Materia da maneggiare con i guanti e non con l’accetta: “la costante e leale collaborazione fra tutte le componenti istituzionali e sociali chiamate a confrontarsi con il fenomeno delle migrazioni consente di affrontare l’individuazione di soluzioni in grado di garantire legalità, accoglienza e integrazione”.

Chissà se Matteo Salvini, neo ministro dell’Interno, leggerà questo passaggio del pensiero presidenziale.

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