Trump non molla, in arrivo stretta su Made in China

Due militari cinesi osservano una nave container entrare in porto. Cina
Due militari cinesi osservano una nave container entrare in porto.

NEW YORK. – Donald Trump non molla la presa: nonostante il ruolo fondamentale di Pechino nella preparazione dello storico vertice con il leader nordcoreano Kim Jong un, il presidente americano annuncia come nei prossimi giorni sia in arrivo l’attesa stretta Usa sul ‘Made in China’. Questo dopo gli scarsi progressi nei colloqui svoltisi nelle ultime settimane sui rapporti commerciali tra i due Paesi.

“Sarà una stretta molto forte”, ha spiegato in una intervista a Fox News rilasciata mercoledì a bordo dell’Air Force di ritorno da Singapore. “Vedrete nel giro di un paio di settimane”, minaccia il tycoon, pur ricordando e sottolineando i suoi buoni rapporti personali col leader cinese Xi Jinping.

La Casa Bianca, dunque, prosegue a spada tratta la sua battaglia sul fronte dei dazi che, secondo quanto scrive il Wall Street Journal citando alcune fonti dell’amministrazione Usa, potrebbero arrivare già venerdì. Trump non avrebbe ancora dato il suo via libera ufficiale alle misure, decise in una riunione prima che il presidente partisse per il G7 del Canada.

Non è quindi escluso un ripensamento dell’ultima ora alla luce della collaborazione di Pechino sulla Corea del Nord. Ma le parole del presidente Usa lasciano poco spazio all’ottimismo. La lista dei prodotti ‘Made in China’ da colpire non sarebbe stata comunque ancora ultimata. Nei piani originari si era parlato di beni per un valore di 50 miliardi di dollari, e proprio per venerdì 15 giugno era stata fissata la deadline per pubblicarne l’elenco. Elenco al quale dovrebbe seguire entro il 30 giugno anche una lista degli investimenti cinesi da bloccare.

Misure che gli Stati Uniti stanno studiando da tempo per punire Pechino accusata di rubare tecnologie alle aziende Usa e di violare le norme sui diritti di proprietà intellettuale. Nelle prossime ore bisognerà quindi vedere se a Washington prevarranno i ‘falchi’ dell’amministrazione, che vogliono il giro di vite sul ‘Made in China’ nonostante gli sviluppi degli ultimi giorni sul fronte diplomatico, oppure se le pressioni dei membri dell’ala più globalista riusciranno a imporre un compromesso per evitare una vera e propria guerra commerciale.

Con Pechino che ha già avvertito più volte di essere pronta alla rappresaglia. Dopo lo strappo clamoroso di Trump con gli alleati storici del G7 significherebbe anche compromettere le speranze di un rafforzamento dei rapporti a livello di G2 con la Cina. Quest’ultima per favorire la ‘pax commerciale’ aveva offerto giorni fa l’acquisto di 70 miliardi di dollari di prodotti agricoli ed energetici ‘Made in Usa’ a patto che Trump facesse marcia indietro sui dazi.