Scontro tra Merkel e Seehofer sui migranti, crisi a Berlino

Angela Merkel e Horst Seehofer
Il ministro 'falco' Horst Seehofer sfida Angela Merkel

BERLINO. – Se è solo teatrino della politica in vista delle elezioni in Baviera di ottobre, il genere, almeno qui in Germania, è inedito. Oggi il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer ha minacciato Angela Merkel, lanciandole un eclatante ultimatum sull’immigrazione. Una situazione dalla quale sembra davvero difficile individuare al momento una via d’uscita senza che qualcuno ci rimetta il posto.

Le parti si sono irrigidite: il falco bavarese vuole un decisione nazionale immediata sui respingimenti dei migranti al confine, ostinandosi sul punto che ha già fatto bocciare il suo piano. Angela Merkel ha risposto ancora di no: non sono ammesse fughe in avanti in Europa, senza concordare le misure. Bisogna attendere due settimane per parlarne con i partner al Consiglio europeo di fine giugno, è la linea della cancelliera, che ha trovato ampio sostegno nella sua Cdu.

“La situazione è molto seria. Si parla di una situazione storica per le politiche sull’asilo in Germania”, ha dichiarato Alexander Dobrindt, capogruppo della Csu nel Land della Baviera, comparso davanti alla stampa dopo due lunghe sedute dei gruppi parlamentari della Cdu e della Csu, riunitisi separatamente per molte ore nell’arco della mattinata dopo il fallimento dei colloqui di ieri sera.

“Seehofer ha l’appoggio del partito al 100 per cento. Non vediamo la possibilità di aspettare una soluzione europea”, ha aggiunto, spiegando che i cristiano-sociali non intendono rinunciare ai respingimenti. Le politiche sull’immigrazione sono “di competenza del ministro dell’Interno – la sottolineatura a muso duro – e il ministro dell’Interno lo esprimiamo noi”.

Insomma, dopo l’affronto dell’ ‘asse dei volenterosi’ lanciato ancora da Seehofer in chiave anti-Merkel con Roma e Vienna, la Csu bavarese (che con la Cdu è federata a livella nazionale nella cosiddetta Unione) oggi è arrivata a minacciare di separare i destini dei due partiti. “Inaudita escalation”, scrive die Welt on line. “Harakiri di Seehofer”, commenta la Sueddeutsche Zeitung, che sottolinea come non sia “mai accaduto nella storia tedesca” che un ministro provi “a far fuori il suo stesso governo”.

Mentre la Frankfurter Allgemeine Zeitung lascia immaginare che i veri conservatori siano con la Baviera: Merkel ha avuto tre anni per riparare la “politica sbagliata” sui profughi, si legge, e adesso “la Csu non vuole aspettare 14 giorni, la botte è straripata”.

In questo difficilissimo scenario interno, con i socialdemocratici che provano a puntare i piedi sul contratto di coalizione dimostrandosi ancora una volta i veri alleati di Frau Merkel, è interessante vedere come i conservatori dell’ala che ha più sofferto sotto la cancelliera si stiano ricompattando: non è un caso che Jens Spahn, il ministro della Salute che sogna di farle le scarpe, abbia appoggiato l’ultimatum degli antagonisti della Merkel. Se non vi saranno altri colpi di scena, le riserve si scioglieranno lunedì prossimo. E intanto la destra oltranzista di Afd gongola.

(di Rosanna Pugliese/ANSA)

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