Di Maio: “Obiettivo 2018 per reddito cittadinanza”

Di Maio si mostra soddisfatto.
Il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, durante la conferenza stampa sull'Ilva, Roma, 18 giugno 2018. ANSA/GIUSEPPE LAMI

LUSSEMBURGO. – Resta fissato al 2018 l’obiettivo di far partire il reddito di cittadinanza. Prima, però, bisogna rimettere in piedi i centri per l’impiego, perché l’obiettivo è far ‘ripartire’ il lavoro, soprattutto per i giovani, e non creare assistenzialismo. E, per questo, possono aprire delle possibilità i fondi Ue, sicuramente almeno sul fronte della ‘riforma’ degli uffici di collocamento.

E’ il debutto europeo al Consiglio occupazione a Lussemburgo del vicepremier Luigi Di Maio, che ha riscontrato apprezzamento. La commissaria Ue al welfare Marianne Thyssen lo ha infatti promosso a pieni voti, dismettendo le accuse di populismo e definendo al contrario il neo ministro del lavoro “pro-europeo” e “molto costruttivo”.

Nell’ambito del semestre europeo per il pilastro sociale “questo è un governo che vuol raggiungere due obiettivi immediati, la ristrutturazione dei centri per l’impiego” e “poi il reddito di cittadinanza” e questo “ho detto entro il 2018”, ha messo in chiaro Di Maio. Ciò non vuol dire rinviare “alle calende greche”, ma solo che i due provvedimenti sono strettamente collegati perché i centri devono essere operativi per quando scatterà il reddito, in modo da “non creare una proposta assistenzialista”.

Sul reddito di cittadinanza “siamo al lavoro non da oggi, ma dall’altro ieri”, ha martellato il leader M5S. Qui entra in gioco il ruolo dell’Ue. C’è il Fondo sociale europeo Plus che può essere usato, ha affermato Di Maio, “sicuramente per la partita dei centri per l’impiego”, in particolare per quelle regioni in cui la situazione è peggiore. E “poi abbiamo il reddito di cittadinanza, che passa sicuramente per un intervento della programmazione economica europea dei prossimi anni”.

C’è infatti “molta flessibilità” nelle “possibilità” di utilizzo del Fse che “l’Italia può usare alle stesse condizioni degli altri stati membri” per realizzare i suoi obiettivi del ‘pilastro sociale’, ha riconosciuto la commissaria Thyssen. Il prossimo passo, ha indicato il vicepremier, è ora riunire “il prima possibile” gli assessori al lavoro delle Regioni italiane per “avviare un percorso insieme” per riformare i centri per l’impiego, aumentandone gli organici e le dotazioni finanziarie, e formando il personale.

L’Ue, però, ha chiesto Di Maio, deve fare la sua parte riducendo anche la burocrazia per l’accesso ai fondi, un problema riscontrato anche dagli altri colleghi dei 28. E con la collega francese Muriel Pénicaud c’è stata sintonia anche sulla questione dei riders, con cui, ha affermato il ministro, “insieme possiamo essere all’avanguardia almeno per la loro tutela”.

Ma il massimo della sintonia è stato registrato proprio con la commissaria Thyssen: “io baso le mie opinioni su quello che vedo e sento, e quel che ho sentito è un ministro pro-europeo, che promette di essere molto costruttivo nella relazione con l’Europa, e un sostenitore di molti dei nostri dossier”.

(dell’inviata Lucia Sali/ANSA)

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