Titolare accusato spaccio, stop negozi cannabis light

Un cesto di cannabis light
Cannabis per uso medico.

MACERATA. – Molti giovanissimi, anche sedicenni, erano clienti abituali dei negozi IndoorNova Grow Shop per l’acquisto di prodotti alla marijuana ‘light’. Alcuni erano in lista per acquistare piantine da coltivare in casa perché vendute con certificato attestante basso contenuto di Thc. In base all’indagine condotta dal Procuratore di Macerata Giovanni Giorgio, però, suffragata dall’esame tossicologico della sostanza sequestrata, non si trattava affatto di droga ‘light’ ma “vera e propria” e con un principio attivo dello 0,6%.

Per questo sono scattate le perquisizioni compiute dagli agenti della Squadra Mobile guidata da Maria Raffaella Abbate, i sequestri di 807 confezioni di prodotti e la denuncia a piede libero del titolare della catena per spaccio. Elementi che hanno portato il Questore di Macerata Antonio Pignataro a chiudere i due negozi maceratesi – uno in via Lauri e l’altro a Piediripa – per pericoli legati all’ordine e alla sicurezza pubblica. Per quello di Ancona in via XXIX settembre valuterà il Questore di Ancona dopo aver ricevuto gli atti d’indagine.

“La cannabis è cannabis a tutti gli effetti a prescindere dalla percentuale di principio attivo – ha detto all’ANSA il Questore di Macerata Antonio Pignataro – Non è vero che si può vendere la ‘cannabis light’. La sostanza stupefacente è tale a prescindere dal Thc”. Il Consiglio Superiore di Sanità ha affermato che “non può essere esclusa la pericolosità della ‘cannabis light'” in un parere chiesto dal ministero della Salute sui “prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa”.

Altra la ricostruzione della difesa del gestore della catena di Grow Shop, originario di Civitanova Marche, “sorpreso” come i due collaboratori da perquisizioni e sequestri. “Ritengono che le sostanze sequestrate siano tutte nei limiti di legge e con le relative certificazioni”, ha riferito il suo legale, avv. Renato Codiglia. “Il materiale sequestrato – ha aggiunto – è di una società che si occupa della distribuzione e ha tutte le attestazioni di qualità circa la legalità del prodotto in commercio”.

I negozi hanno autorizzazioni amministrative rilasciate per commercializzare prodotti per vivai e derivati – non alimentari – della lavorazione della ‘Cannabis Sativa L’. Secondo l’accusa, però, l’attività non poteva considerarsi commerciale di vero e proprio spaccio di sostanze “idonee a procurare effetti droganti con danni alla salute fisica e psichica dei giovanissimi clienti”.

Il commercio che l’accusa ritiene illecito, avveniva, secondo ciò che risulta dagli scontrini, come “vendita di terriccio o prodotto tecnico per ricerca e collezionismo. Per gli investigatori è “ingannevole” spingere ragazzi “a consumare droga presentata come non dannosa e assolutamente lecita”. Una riflessione che ha indotto il Questore a disporre la chiusura dei due negozi.

(di Marina Verdenelli e Daniele Carotti/ANSA)

Lascia un commento