In Nigeria la faida dei pastori uccide più di Boko Haram

Un nigeriano armato protegge il suo allevamento
Negli ultimi giorni 86 morti.

ROMA. – Decine di morti, case bruciate, gente in fuga: in Nigeria gli scontri tra pastori musulmani e agricoltori cristiani hanno conosciuto un’escalation negli ultimi mesi. Una violenta crisi che ormai, secondo molti analisti, rischia di superare quella di Boko Haram. Negli ultimi giorni almeno 86 persone sono rimaste uccise e 50 case sono state distrutte nelle violenze scoppiate in vari villaggi nel centro del Paese. Un bagno di sangue che è solo l’ultimo atto di una lunghissima faida per l’uso della terra e delle risorse.

La violenza, alimentata da alleanze etniche, religiose e politiche, ha provocato migliaia di morti nel corso dei decenni. Un numero di vittime paragonabile a quello di Boko Haram, che ha ucciso circa 20.000 persone dal 2009. Peraltro la minaccia islamista, che continua a mettere a segno attacchi nel nord-est del Paese, è considerata da alcuni come una delle cause delle crescenti tensioni, dato che i pastori, anche a causa degli effetti dei cambiamenti climatici, sono costretti a migrare verso sud in cerca di pascoli, contesi alle locali comunità agricole.

Una vera e propria pentola a pressione sempre pronta a esplodere nel Paese più popoloso dell’Africa, diviso grosso modo tra musulmani al nord e cristiani al sud. Dopo gli ultimi episodi di violenza, il presidente Muhammadu Buhari ha lanciato un appello alla calma mentre militari e polizia cercano di mettere fine agli scontri. Nella zona è stato imposto un coprifuoco dalle 18 alle 6 del mattino.

Immagini drammatiche arrivano dalla regione delle violenze: persone infuriate nelle strade, con machete e bastoni, veicoli rovesciati e in fiamme, donne e bambini sui cassoni dei camion, in cerca di una via di fuga. Una situazione che mette anche a rischio, l’anno prossimo, la rielezione del presidente Buhari.

L’ex leader militare ha avuto l’incarico di governo in un passaggio democratico di potere nel 2015. La sua capacità di sedare la violenza nel Paese sarà sicuramente una questione determinante nelle imminenti elezioni presidenziali. Buhari, che è musulmano e dell’etnia Fulani, cui appartengono in gran parte i pastori del nord, è stato accusato di non fare abbastanza per fermare gli scontri e ampiamente criticato sui social media per la presunta inerzia.

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