Terremoto dazi Trump sulle auto. Analisti, colpo per Fca

Un operaio lavorando nella catena di montaggio di automobili.
Evercore, al 25% ridurrebbero profitti fino a 743 milioni euro

NEW YORK. – I dazi di Donald Trump fanno tremare l’industria automotive. All’allarme lanciato da Daimler e alla decisione di Harley-Davidson di spostare parte della produzione fuori dagli Usa, si aggiunge l’avvertimento di Evercore ISI su Fca: i dazi sarebbero un ‘duro colpo’ per il gruppo guidato da Sergio Marchionne.

Secondo gli analisti di Evercore, nel peggiore degli scenari, ovvero dazi americani all’import di auto al 25%, i profitti di Fca potrebbero ridursi fino a 743 milioni di euro, con l’impianto di Melfi particolarmente colpito. Nella fabbrica vengono infatti prodotte le Renegade e le esportazioni negli Stati Uniti rappresentano – riporta Automotive News – il 58% della produzione di Renegade.

Con dazi al 20% per le auto prodotte nell’Unione Europea il colpo per Fca sarebbe fino a 526 milioni di euro: un conto quindi salato dovuto al fatto che Fca nel 2017 ha esportato negli Usa dall’Ue 136.827 veicoli. La società esporta negli Stati Uniti anche veicoli da mercati non europei: complessivamente il 9% delle vendite realizzate da Fca negli Stati Uniti è rappresentato da veicoli importati da paesi non Nafta. Si tratta – secondo Evercore ISI – di una quota maggiore al 6% di General Motors e il 4% di Ford.

Nei giorni scorsi Marchionne ha però rassicurato. Spiegando di capire ”politicamente la posizione di Trump”, l’amministratore delegato ha spiegato: i dazi ”non sono la fine del mondo. E’ un problema da gestire: tutto è gestibile”. ”Il fatto che si sia scatenato il pandemonio a livello internazionale non è una cosa positiva – ha aggiunto -. La gente ha paura, bisogna fare chiarezza sulle scelte che sono possibili”. ”Bisogna stare molto attenti a non esagerare la risposta” europea: alla fine l’obiettivo ”sarà un altro, ci sarà una base su cui ricostruire un equilibrio diverso”.

La fotografia scattata da Evercore ISI per Fca si aggiunge all’allarme di Daimler, la prima casa automobilistica a lanciare un ‘profit warning’ rivedendo al ribasso le stime sugli utili operativi per il 2018. Nella guerra dei dazi finisce in mezzo anche Harley-Davidson: portata a esempio più volte da Donald Trump, la società icona ha annunciato lo spostamento di parte della produzione fuori dagli Stati Uniti per aggirare i dazi europei. Per Trump si è trattato di uno schiaffo, e la sua rabbia è stata immediata e accompagnata anche da ‘minacce’: ”non ce ne dimenticheremo, neanche i vostri clienti se ne dimenticheranno”.

 

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