Grillo vede Di Maio e Fico, ora sprint per arginare la Lega

Roberto Fico, Beppe Grillo e Luigi Di Maio.
Roberto Fico, Beppe Grillo e Luigi Di Maio. (Photo by Jacopo Landi/NurPhoto via Getty Images)

ROMA. – Uno sprint per rilanciare l’identità del M5S e arginare l’onda leghista di questa prima tranche del governo giallo-verde. Beppe Grillo arriva a Roma a pochi giorni dal varo del decreto dignità e, ancora una volta, traccia a modo suo il percorso politico del Movimento, incontrando i suoi uomini simbolo e riunendo, in un pranzo inedito, il presidente della Camera Roberto Fico e la sindaca di Roma Virginia Raggi.

Non è, come spesso accade con l’ex comico, una mossa casuale, anche perché Grillo rilancia sui social la foto con Fico e Raggi all’hotel Forum e la scritta “i miei ragazzi”. E rilancia, soprattutto, un trio che simboleggia il Movimento delle origini, con l’accoppiata Fico-Raggi caratterizzata da una visione sensibilmente diversa da quella leghista in fatto di politiche migratorie.

Sembra quasi che, rilanciando la foto, Grillo tracci una sorta di ala sinistra del governo che ha certamente in Fico il suo punto di riferimento ma che con le politiche sui Rom del Comune di Roma, tracciate dall’assessore Laura Baldassarre, trova certamente una sponda. “Compagni dai monti e dalle officine” è la frase con cui, citando Paolo Pietrangeli, fonti pentastellate sintetizzano l’incontro.

Sono giorni cruciali per il M5S, alle prese con le difficoltà legate a due misure simbolo, il dl dignità e il reddito di cittadinanza. Il primo, che doveva essere varato ieri in cdm, ha subito uno stop. Problemi di coperture ci sarebbero sullo split payment e sull’eliminazione della pubblicità per i giochi anche se nel M5S si punta il dito soprattutto sulla “macchina ministeriale” che, si sottolinea, avrebbe rallentato non poco l’iter, rimasto diversi giorni bloccato al Mef.

E l’impressione è che il Movimento voglia imprimere una stretta alle lentezze della burocrazia legata agli iter legislativi nei ministeri. “Se era per il Mef anche il decreto sulla e-fattura della benzina restava fermo per giorni”, osserva una fonte pentastellata. Il decreto dignità, assicurano dal governo, è comunque pronto. “Lunedì sera può essere varato senza problemi”, spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro mentre fonti del governo provano a spalar via qualsiasi dubbio su eventuali attriti tra il vice premier Di Maio e il ministro dell’Economia Giovanni Tria.

“I due ministri e i rispettivi staff collaborano per la messa a punto del decreto, che sarà a giorni in Consiglio dei ministri”, precisano. Possibile che, del decreto, abbiano parlato anche Grillo e Di Maio durante la cena di ieri sera. Il vicepremier (che potrebbe tornare all’hotel Forum anche stasera) è la prima persona del M5S che Grillo vede ma lo fa lontano dai riflettori.

Ben più “pubblicizzata” è la sua visita di circa mezz’ora al Ministero della Giustizia, dove incontra dopo pranzo Alfonso Bonafede che gli fa da guida per le stanze del ministero. Una visita di piacere durante la quale è possibile che i due abbiano toccato anche il tema Luca Lanzalone, tra i protagonisti dell’inchiesta sullo stadio della Roma e legale che ha in mano diverse pratiche legate al Movimento e allo stesso Grillo.

L’ex comico dal suo blog rilancia intanto l’idea di Bret Henning: estrarre a sorte i parlamentari di una delle due Camere. “Non è così pazza come idea, la selezione casuale è stata un elemento chiave del modo in cui si è svolta la democrazia nell’antica Atene”, scrive Grilo prevedendo un 50% composto da donne e destinando la sua idea al “Senato dei cittadini”.

Un messaggio di scetticismo per l’attuale classe di politica? Non sembrerebbe anche se, nel M5S, commentano l’idea con una certa freddezza. “Il suo come sempre è uno spunto interessante ma è un libero cittadino, non è al governo”, sottolinea Fraccaro.

(di Michele Esposito/ANSA)

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