Fico contro Salvini: “Aprire i porti”. Ong salva 60 migranti

Il presidente della Camera Roberto Fico (S) e Luigi Di Maio (D) nell'Aula della Camera.
Il presidente della Camera Roberto Fico (S) e Luigi Di Maio (D) nell'Aula della Camera. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – I porti non vanno chiusi. E le Ong “fanno un lavoro straordinario, fondamentale nel salvare vite”. Roberto Fico dà voce ai malumori all’interno dei Cinquestelle e attacca frontalmente il ministro dell’Interno Matteo Salvini nel giorno in cui la Open Arms – proprio la nave a cui il leader della Lega ha impedito l’attracco in Italia – soccorre davanti alla Libia 59 migranti, agendo autonomamente e precedendo l’intervento delle motovedette libiche.

Alla nave, cui era stato interdetto l’attracco nei porti italiani, è poi giunta l’autorizzazione del governo spagnolo di portare in salvo i migranti a Barcellona. “Bisogna essere solidali con chi emigra e ha storie drammatiche che toccano il cuore – dice il presidente della Camera da Pozzallo – Tocca all’Europa farsi carico di quest’emergenza, non solo all’Italia che non può tirarsi indietro. E bisogna tirare fuori gli estremismi, perché la solidarietà si fa insieme”.

“Un punto di vista personale – replica Salvini – non siamo in una caserma, è giusto che ognuno esprima le proprie idee, poi i ministri fanno i ministri”. Una linea identica a quella che poco prima aveva fatto filtrare il capo politico dei cinquestelle Luigi Di Maio: “Parla a titolo personale, non è la linea del governo”.

E il ministro fa poi uscire dal Viminale i motivi di “ordine pubblico” che lo hanno spinto a vietare l’ingresso alla Open Arms, non escludendo la possibilità, in assenza di emergenze a bordo, di rifornire in mare la nave di cibo e gasolio: le inchieste che hanno coinvolto la nave della Ong, le manifestazioni che ci sono già state in occasione di precedenti approdi nei porti italiani, possibili nuove proteste che potrebbero creare rischi per la sicurezza.

Che non vi fosse alcuna possibilità per la nave di sbarcare i migranti in Italia, Salvini l’aveva ribadito anche in mattinata in un tweet, dando lui stesso la notizia del soccorso della Open Arms. “La nave si è lanciata poco fa verso un barcone e, prima dell’intervento di una motovedetta libica in zona, ha in tutta fretta imbarcato una cinquantina di immigrati a bordo. Questa nave si trova in acque Sar della Libia, porto più vicino Malta, associazione e bandiera della Spagna: si scordino di arrivare in un porto italiano”.

Una posizione che apre un ulteriore scontro con Malta, altro obiettivo da giorni nel mirino del ministro dell’Interno. “La smetta con le bugie” scrive su Twitter il portavoce del governo pubblicando un post del ministro dell’Interno Michael Farrugia: “l’intervento di Open Arms è avvenuto in zona Sar libica, tra Libia e Lampedusa. Matteo Salvini la smetta di diffondere notizie scorrette tirando in ballo Malta senza alcuna ragione” dice allegando una mappa con le distanze tra il punto dove si trova la nave della Ong, Lampedusa e Malta. “Questi sono fatti – aggiunge – non opinioni”.

Polemiche e accuse che a bordo della Open Arms passano in secondo piano rispetto ai problemi delle 59 persone, tra cui 5 donne e 4 minori, appena soccorsi. Uomini, donne e bambini il cui primo pensiero è stato quello di non essere riportati in Libia: “ci torturano e ci violentano” ha detto una di loro. L’incubo lascia però il posto ad abbracci e applausi quando il comandante della nave annuncia: “andremo in Spagna”.

Dalla Ong ribadiscono, invece, le accuse a Libia e Italia per come sono state condotte le operazioni di soccorso di ieri, quando è naufragato un barcone e un centinaio di persone sono morte: “L’Open Arms avrebbe potuto salvarli, ma è stato ignorato dalle autorità libiche e italiane”. “L’evento è accaduto in acque territoriali libiche – risponde la Guardia Costiera italiana – e non ha visto alcun nostro coinvolgimento”.

(di Matteo Guidelli/ANSA)

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