Petrolio, preoccupano Venezuela e Libia

Raffineria di Amuay
La contrazione della produzione in Venezuela e il blocco dei porti della Libia potrebbero creare squilibri nel mercato e provocare un incremento indesiderato dei prezzi del greggio

CARACAS – Il mondo del petrolio in fibrillazione. Infatti, desta preoccupazione la contrazione della produzione in Venezuela e il blocco dei porti della Libia. Mentre Pdvsa, la holding petrolifera nazionale, soffre le gravi conseguenze di anni di mancata manutenzione e ammodernamento delle istallazioni; la Libia, per “ragioni di forza maggiore” ha annunciato il blocco della spedizione di materie prime dal porto di Zuetine e Harighe.

La compagnia petrolifera Nazionale Libica (National Oil Corp), ha avvertito che potrebbe bloccare la produzione di greggio a quota 850 mila barili al giorno, qualora le difficoltà nei porti orientali dovessero continuare. 

Pressioni sui prezzi

Gli esperti considerano che le interruzioni delle forniture dalla Libia e i problemi di produzione del Venezuela potrebbero esercitare maggiori pressioni sui prezzi del greggio.

L’Agenzia Reuter ha informato che la produzione di petrolio del Paesi dell’Opec, a giugno, era pari a 32,32 milioni di barili. Questo sarebbe il livello più alto di produzione dell’organizzazione da gennaio del 2018. A compensare gli squilibri provocati da Venezuela e Libia, ci sarebbe comunque il petrolio dell’Arabia Saudita. E’ questo, stando agli esperti, un freno alle pressioni sui prezzi.

La contrazione della produzione di greggio di Pdvsa, ai minimi storici da mesi, non è l’unica a preoccupare gli esperti. La Holding petrolifera nazionale, che a inizio del secolo XXI produceva oltre 3 milioni di barili al giorno, ora solo riuscirebbe ad estrarre meno di 1,5 milioni di barili. Nel 2017, appena un anno fa, Pdvsa ne produceva 2,1 milioni. Ciò vuol dire una contrazione del 27 per cento. Il fenomeno potrebbe aggravarsi nei prossimi mesi accentuando la crisi economica nazionale. Il petrolio, infatti, è sempre stata la principale risorsa del Paese e oggi rappresenta oltre il 95 per cento degli introiti.

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