Su una tavoletta le più antiche tracce dell’Odissea

Il frammento con alcuni versi dell'Odissea.
Frammento di età romana scoperto a Olimpia. (Greek Culture Ministry via AP)

ROMA. – Tredici versi nei quali Ulisse si rivolge a Eumeo, fedele porcaro del palazzo di Itaca e amico di lunga data: sono scolpiti sulla tavoletta di argilla che è stata scoperta a Olimpia e che potrebbe essere la più antica testimonianza mai recuperata in Grecia del poema epico di Omero, annuncia entusiasta il ministero della Cultura di Atene.

Una prima stima fissa l’età del reperto al periodo romano, prima del III secolo dopo Cristo: se la datazione venisse confermata, la tavoletta – scrive il ministero su Twitter – sarebbe “un magnifico oggetto di interesse archeologico, epigrafico, letterario e storico”.

Tramandata oralmente per secoli, l’Odissea assunse forma definitiva intorno all’VIII-VII secolo avanti Cristo e fu poi trascritta durante l’età cristiana, ma delle versioni su pergamena sono stati ritrovati soltanto frammenti in Egitto. La tavoletta è stata recuperata, dopo tre anni di scavi, vicino al santuario di Zeus a Olimpia, in quello che un tempo era il luogo dedicato ai Giochi Olimpici, tenutisi nel Sud della Grecia dal 776 avanti Cristo al 393 dopo Cristo.

I versi sono tratti dal libro XIV del poema, considerato un’opera seminale per tutta la letteratura occidentale, e descrivono il ritorno di Ulisse nella sua Itaca, dopo un viaggio lungo dieci anni, tra ostacoli, mostri, maghe, sortilegi, minacce, avversità, che lo riporta in patria dopo la partecipazione all’assedio di Troia.

Ventiquattro libri e oltre 12 mila esametri ricostruiscono il ‘nostos’ di un eroe moderno, tenace, astuto, temerario, sempre in lotta tra la curiosità per le nuove avventure e gli affetti, abile nella retorica, capace di dominare gli altri per raggiungere i suoi scopi, ma anche consapevole delle sue debolezze e dei suoi egoismi.

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