Tav: imprese sul piede di guerra, avanza l’ipotesi referendum

Presentazione dello scavo del versante Francese a Saint Martin La Porte del tunnel Ferroviario Lyon-Turin
Presentazione dello scavo del versante Francese a Saint Martin La Porte del tunnel Ferroviario Lyon-Turin, Torino. Era il 21 Luglio 2016 ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – Alzano la voce i Sì Tav. Le imprese del Nord si mobilitano, con i sindacati e le forze politiche, per dire che la Torino-Lione non si tocca, mentre avanza l’ipotesi del referendum consultivo, lanciata dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. “Non ci sottrarremo”, dice il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Concorda la presiedente di Fdi, Giorgia Meloni.

Ma i parlamentari piemontesi rilanciano: “pensiamo a una Class action. I piemontesi hanno il diritto di chiedere i danni al ministro Toninelli”, propone la parlamentare di Forza Italia Claudia Porchietto. E scoppia anche la polemica sull’età del progetto: “Nel contratto di governo con la Lega abbiamo concordato che quell’opera va integralmente ridiscussa. E’ stata progettata 30 anni fa”, osserva lo stesso Di Maio.

“L’attuale progetto – ribatte Telt, promotore pubblico binazionale incaricato di realizzare e gestire la sezione transfrontaliera della Torino-Lione – è del 2011 ed è radicalmente diverso da quello contestato nel 2005. E’ realizzato secondo gli standard più moderni che sono applicati anche nelle altre sei opere gemelle, da poco ultimate o in corso di costruzione lungo l’arco alpino: Lötschberg, Gottardo, Brennero, Ceneri, Semmering e Koralm”.

La protesta delle forze economiche del Nord è destinata ad allargarsi. E’ già annunciata per il 12 settembre a Torino un’iniziativa comune degli industriali di Piemonte, Liguria. Lombardia, Veneto e Rhone Alpes. L’Api, l’associazione delle pmi torinesi, chiede che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenga nel suo ruolo di garante nei confronti del Governo.

“Fermare i lavori per la Tav è una richiesta irrituale, irresponsabile e illegittima”, sostiene il presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli, mentre per il numero uno degli imprenditori torinesi, Dario Gallina, “è in gioco il futuro delle aziende e dei nostri figli. Torino potrebbe diventare un binario morto”.

L’unica fuori dal coro è la Cgil che, a differenza di Cisl e Uil, non aderisce all’iniziativa delle forze economiche piemontesi. “L’opinione della nostra Camera del lavoro, discussa e votata durante il congresso del 2014 non è cambiata. Chiedevamo nel 2014 di riconsiderare, valutando attentamente le prospettive di movimentazione dei volumi delle merci in ambito transnazionale, l’opportunità, la praticabilità e i relativi costi delle grandi opere previste, a partire dalle opere costose come la Tav”.

Non è presente per altri impegni, ma concorda con la protesta Chiamparino: “Se malauguratamente il Governo dovesse davvero decidere di bloccare un’opera che si sta già realizzando nella parte internazionale – spiega – è evidente che bisognerà trovare uno strumento, e il referendum consultivo potrebbe essere quello adatto, per far sentire l’opinione di tutti i cittadini e far capire che il Tav non interessa solo il mondo dell’economia, ma la nostra comunità nella sua interezza”.

“Come Commissario di governo sembra un po’ un paradosso che io conosca le posizioni del governo leggendole sui giornali. Ho reiterato due lettere formali di richiesta di incontro, una subito il 6 giugno e l’altra a metà luglio. Non ho ricevuto nessun riscontro, neanche una telefonata da una segretaria”, osserva Paolo Foietta, Commissario di governo per la Torino-Lione.

(di Amalia Angotti)/ANSA)

Lascia un commento