La storia: Nati in Italia, “ma la cittadinanza ci è negata”

Un gruppo di ragazzi nati in Italia ma figli di immigrati, sventolano la bandiera italiana.
“Sono un italiano vero”: diritto negato a un milione di giovani. Foto cortesia Famiglia Cristiana)

CASERTA. – Sono nati e cresciuti a Castel Volturno (Caserta), che è anche l’unico posto che hanno visto in vita loro, e parlano l’italiano e il napoletano. Per legge avrebbero diritto alla cittadinanza, ma il Comune risponde picche. E’ per questo motivo che tre ventenni – due donne e un uomo – figli di genitori nigeriani, da sempre a Castel Volturno, patria dell’immigrazione senza regole dove si contano circa 15mila immigrati irregolari, hanno chiesto provocatoriamente, tramite il loro legale Hilarry Sedu, anch’egli di origine nigeriana, la protezione internazionale, quella che si dà a chi fugge da guerre o persecuzioni. Anche perché per la legge sono al momento clandestini, passibili in teoria di essere rimpatriati se soggetti ad un controllo delle forze dell’ordine.

Tra di loro Ikechukwu Nwogu, che nelle scorse settimane era riuscito a passare le selezioni della serie tv Gomorra, e avrebbe dovuto interpretare un boss della mafia nigeriana, nella realtà molto presente e attiva a Castel Volturno, dove gestisce in particolare i racket della prostituzione e della droga. La produzione però si è fermata alla firma del contratto, visto che Ikechukwu non aveva alcun documento da esibire.

Il suo avvocato, Sedu, uno dei pochi che ce l’ha fatta e che grazie alla cittadinanza ha potuto laurearsi e costruirsi una carriera, spiega che “la legge è chiara, e prevede che chi è nato in Italia e vi abbia vissuto ininterrottamente fino al compimento della maggiore età, possa chiedere il riconoscimento della cittadinanza al sindaco del Comune in cui risiede legalmente.

Ho presentato richiesta al Comune di Castel Volturno un anno e mezzo fa, dimostrando con i certificati scolastici che i ragazzi hanno sempre risieduto a Castel Volturno, ma qualche mese fa ho ricevuto risposta negativa per due casi, per i quali ho fatto ricorso al giudice, mentre uno è ancora pendente. Per questo – prosegue Sedu – abbiamo presentato richiesta di protezione internazionale. Quando verranno ascoltati dalla Commissione territoriale parleranno napoletano, speriamo basti a far capire alle istituzioni che sono italiani a tutti gli effetti”.

Dimitri Russo, sindaco di Castel Volturno, ammette di non ricordarsi della vicenda, visto che “il Comune è oberato di migliaia di richieste di cittadinanza e io ne firmo tantissime. Tendiamo – prosegue – ad accettarle senza problemi qualora sussistano i presupposti. Nei casi di cui parla l’avvocato Sedu, se c’è stato rigetto, è perché i richiedenti non avevano i requisiti”.

Dal canto suo Sedu è consapevole che i tre “per legge non hanno i requisiti perché venga loro riconosciuta tale tipo di protezione, non essendo scappati da guerre né vittime di persecuzioni”, ma l’altra strada che veniva seguita fino ad ora per questi casi, ovvero di richiedere il permesso di soggiorno per motivi umanitari della validità di un anno al Questore, è ormai quasi impraticabile, visto dal Viminale è arrivato l’ordine di chiudere i rubinetti.

Sono quasi tremila i ragazzi nati a Castel Volturno da immigrati africani arrivati ad inizio anni 90′ – cinquemila in tutto il Casertano – che si ritrovano senza cittadinanza e dunque senza un documento utile per poter fare qualsiasi “passo” nella società.

Il paradosso è che per il Comune, riconoscerli, sarebbe vantaggioso anche economicamente, in quanto, spiega Sedu, “ciò permetterebbe anche ai genitori di avere il permesso di soggiorno e la residenza; in tal modo il Comune potrebbe chiedere più soldi al Governo, visto che l’ammontare dei trasferimenti si basa anche sul numero dei residenti” conclude.

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