Dramma in Turchia, sette bimbi annegano su gommone migranti

In mare aperto si intravedono le teste dei migranti naufraghi
Migranti naufraghi al largo della Turchia .(ANSA)

ROMA. – Strage di bambini nel mar Egeo al largo delle coste della Turchia. Sette piccoli sono annegati quando si è rovesciato il gommone sul quale tentavano di raggiungere la vicina isola greca di Samos con un gruppo di adulti. Morte anche due donne, mentre altre quattro persone sono state tratte in salvo.

L’ennesima tragedia di migranti è avvenuta di fronte a Kusadasi, dove i resort a cinque stelle fanno il pieno di turisti e il porto accoglie le navi da crociera che incrociano nel Mediterraneo. Ma i due mondi non si parlano e il pensiero corre inevitabilmente ad Aylan, riverso sulla spiaggia di Bodrum con la sua maglietta rossa e i pantaloncini blu davanti: una foto, una storia che commosse il mondo e fece pensare – per un paio di giorni – che tutto sarebbe cambiato, che non ci sarebbero più stati bimbi morti in fuga dalla guerra o dalla povertà con i loro genitori.

Non ci sono notizie sulla nazionalità delle vittime, dato che serve alle statistiche ma non alla morte, che non fa distinzione tra i migranti economici o non. Il web, senza una immagine iconica come quella del piccolo siriano, non si commuove e non reagisce. E così la tragedia si consuma nell’indifferenza generale della conta delle vittime e delle ‘rassicurazioni’ dell’amministratore del distretto di Kusadasi, Muammer Aksoy, secondo il quale tutti i corpi sono stati recuperati e non ci sono dispersi.

Il flusso di migranti attraverso la Turchia ha segnato un aumento del 60 per cento rispetto alle 31.000 persone del 2016 e in tanti continuano a tentare di raggiungere le isole greche dalla costa turca sfidando le onde di appena una manciata di miglia. I più fortunati riescono a sopravvivere sulle varie rotte del Mediterraneo in attesa che qualcuno e li porti in salvo.

E’ arrivata nel frattempo ad Algeciras, in Andalusia, la nave della ong spagnola Open arms con a bordo 87 migranti africani recuperati la scorsa settimana in acque internazionali al largo della Libia dopo 20 giorni di navigazione e oltre 2.500 miglia percorse. Sulla nave anche Nicola Fratoianni di Liberi e Eguali, che ha parlato di un’esperienza “forte, dura, faticosa e commovente”.

Per la quarta volta in due mesi il governo di Pedro Sanchez ha aperto i porti alle navi umanitarie ma i migranti non avranno uno status né un permesso di soggiorno speciale come quello dato ai 629 che erano a bordo della nave Aquarius. Per loro solo 72 ore di tempo per poter chiedere asilo perché, spiega la Moncloa, l’approdo dell’imbarcazione di Open Arms non è uno sbarco eccezionale e quindi si applicheranno le normali procedure. La Francia, ha fatto sapere l’Eliseo, accoglierà “circa 20 migranti” presenti a bordo della nave. Per gli altri solo un punto interrogativo.

(di Eloisa Gallinaro/ANSA)

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