In Salento il “villaggio modello” per braccianti

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in visita il villaggio stringe la mano ad un migrante
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, visita il villaggio.

NARDO’ (LECCE). – Ottanta moduli abitativi con quattro posti letto ciascuno e aria condizionata, otto per i servizi igienici e altrettanti per le docce, due moduli ufficio una infermeria e un’area coperta per la mensa. Esiste già dall’anno scorso nelle campagne di Nardò, nel Salento, la prova che un sistema dignitoso e civile per accogliere i lavoratori agricoli stagionali stranieri è possibile.

Ed è per fare sapere “a tutta l’Italia che questo modello di accoglienza è già una realtà”, che il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, accompagnato dal sindaco di Nardò, Pippi Mellone e dal vice prefetto di Lecce Guido Aprea, ha visitato il villaggio d’accoglienza per lavoratori stagionali, realizzato ai margini della Masseria Boncuri, un edificio rurale che negli anni scorsi era stato invece teatro di uno dei tanti accampamenti improvvisati e illegali di braccianti senza casa.

Il villaggio, che quest’anno è stato riattivato dopo l’esperienza dell’anno scorso, è affidato alla gestione dei volontari delle ‘Misercordie’ della Protezione Civile. I braccianti che affluiscono in zona seguendo la stagionalità della raccolta di angurie e pomodori vi trovano una sistemazione dignitosa gratuitamente. Devono avere un contratto oppure, se disoccupati, essere iscritti alle liste di collocamento.

Si tratta di “un modello innovativo di accoglienza” ha spiegato Emiliano, realizzato dalla Regione e dal Comune in collaborazione con la Prefettura e rappresenta “la prima esperienza di questo tipo, tesa proprio a contrastare i fenomeni di caporalato”.

“Abbiamo installato diversi villaggi – ha aggiunto Emiliano – questo ovviamente è quello per ora più grande. In Capitanata ce ne sono due già funzionanti, l’Arena e Casa Sankara, altri due attendono i permessi urbanistici per essere costruiti”.

“Questo campo oggi è un modello – ha detto il sindaco – dopo decenni di improvvisazione e sostanziale abbandono i braccianti finalmente vivono in condizioni umane grazie allo sforzo di Regione, Prefettura e Comune. Ora le nuove sfide saranno quelle di coinvolgere i privati nelle spese di gestione del campo e intensificare i controlli per allontanare gli irregolari, facili prede degli sfruttatori”.

(di Paola Laforgia/ANSA)

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