Borsa: bufera turca affossa le aziende italiane esposte

Un operatore indica con una matita l'andamento della borsa sullo schermo del suo computer
Un operatore indica con una matita l'andamento della borsa sullo schermo del suo computer

MILANO. – La bufera estiva turca strapazza in Borsa le imprese italiane più esposte sul mercato mediorientale. Tra chi soffre di più c’è Unicredit, il principale azionista di Yapi Kredi, quarta banca privata turca, che chiude in calo del 2,58% a 13,42 euro.

Un report di JpMorgan ha ridotto la stima dell’Eps circa del 2% nel 2019-20. Per un’analisi Mediobanca, alla situazione attuale, l’impatto negativo sul Cet1 ratio di Unicredit è limitato a 3-4 punti base. Nello scenario peggiore, cioè l’azzeramento del valore della partecipazione in Yapi l’impatto sarebbe di 30-50 pb di erosione del capitale, ritenuto “gestibile” e “molto spiacevole”. JpMorgan poi ricorda poi che tra le maggior banche turche per asset oltre ad Unicredit al sesto posto, c’è Intesa Sanpaolo (-1,65% a 2,26 euro) al ventiquattresimo.

Soffre Astaldi (-6,17% a 1,68 euro) che ha concessioni in Turchia, come l’autostrada e il ponte del Bosforo, che devono essere vendute secondo il piano aziendale. Cessioni strategiche per far arrivare in porto l’aumento di capitale da 300 milioni: il gruppo giapponese Ihi può sfilarsi dalla ricapitalizzazione se non si vede entro l’anno, e l’arrivo di una offerta è una delle condizioni cui è subordinata la chiusura del consorzio di garanzia.

Ma in Turchia ha investito anche Cementir (-0,93% a 6,42 euro), per il quale il paese rappresenta circa l’8% dell’Ebitda. Recordati invece (invariata a 31,72 euro) ha un impianto di produzione nel paese e il mercato turco rappresenta circa il 7% delle vendite. Pirelli, che a Izmit ha un impianto produttivo, non soffre troppo e chiude poco mossa (-0,05% a 7,6 euro).

Fca, che ha lo stabilimento di Bursa-Tofas, è debole e si ferma a 14,06 euro (-0,96%). Leonardo, a cui la Turchia ha ordinato 30 F-35, chiude in ribasso del 2,66% a 9,9 euro. Salini Impregilo, impegnata nel paese in una serie di progetti infrastrutturali, inverte tendenza sul finale e chiude in rialzo dello 0,26% a 2,28 euro.

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