La tragedia di Ferragosto, il crollo travolge le vacanze

Vigili del fuoco alla ricerca di sopravvissuti tra le macerie del ponte
Tra le vittime famiglie con valigie e ombrelloni. Era la strada dei viaggi. ANSA/LUCA ZENNARO

ROMA. – Le auto cariche di valigie e ombrelloni con le famiglie dirette al mare, i camionisti sui tir che si affrettavano a chiudere le consegne per le ultime ore di lavoro prima delle ferie e i rientri dalle vacanze. Tutti in viaggio sotto la pioggia appena usciti da una galleria e su una strada che, senza mai più imboccare il tunnel successivo, li avrebbe portati giù a 80 metri, verso la carneficina.

Il crollo del ponte Morandi a Genova ha trasformato la vigilia di ferragosto nella tragedia dell’esodo estivo, che per decine di vittime si è concluso con uno spaventoso boato e un groviglio di cemento e lamiere. In quei metri di ponte che non esistono più, erano tante le persone che pochi istanti prima delle 11.37 erano in viaggio: al momento del crollo transitavano 30-35 auto e tre mezzi pesanti.

Dopo la prima telefonata al 112, gli operatori hanno subito dato l’allerta, ma speravano in uno scherzo. Poi un pandemonio di telefonate. E l’inferno che piomba sull’esodo ferragostano. “Qui c’è una massa di cemento caduta giù da 80 metri: un groviglio di massi e blocchi di cemento delle colonne crollate”, ripetevano i soccorritori, mentre in alcuni punti spuntavano pezzi di lamiera di macchine accartocciate che in quelle drammatiche immagini lasciavano comunque sperare la possibilità di recuperare superstiti.

Non è stato così per diverse famiglie, come quella recuperata assieme al corpo del figlioletto di dieci anni. “All’interno dell’auto – spiegano i soccorritori – abbiamo anche visto ombrelloni e valigie. Probabilmente stavano andando in vacanza”. Il loro viaggio non è mai cominciato. Per molti liguri quel ponte, che presto sarà interamente demolito, aveva sempre rappresentato l’inizio delle vacanze, non a caso porta all’aeroporto ed è qui che passa il traffico diretto verso Riviera ligure di Ponente e Francia e proveniente da buona parte d’Italia.

Il viadotto segnava l’inizio dell’autostrada A10, che dalla zona di Genova Sampierdarena va verso ovest lambendo la periferia occidentale della città, il porto di Voltri e l’aeroporto per poi andare verso il Savonese e la Francia, seguendo la costa ed era utilizzato per raggiungere proprio quella zona del porto da dove partono soprattutto traghetti e navi da crociera.

Dopo il crollo tutto cambia. Anche la geografia dell’esodo: “Si sta lavorando per creare una viabilità alternativa anche in vista dei rientri dei prossimi giorni dalle vacanze estive”, ha fatto sapere il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli. E le vacanze oziose, anche di chi è rimasto in città, si sono trasformate in un’utile catena di solidarietà: per tutto il pomeriggio ci sono state code di ragazzi davanti al centro trasfusioni dell’ospedale Villa Scassi per donare il sangue. In poco più di un’ora erano già una cinquantina le persone mobilitate per donare sangue a chi, dopo una galleria, non si aspettava di trovare il baratro.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)

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