Addio a John McCain, incognita Trump ai funerali

John McCain saluta i suoi sostenitori durante la campagna elettorale
Addio a John McCain

NEW YORK. – John McCain, il veterano del Vietnam e politico di vecchia scuola, è morto all’età di 81 anni nella sua casa a Sedona, in Arizona, circondato dalla sua famiglia. La politica americana e non si inchina di fronte al suo ”eroe”, al suo ”guerriero” e al ”patriota” che ha sempre messo il Paese prima di tutto. Lo ha fatto di fronte al partito repubblicano ma anche di fronte a Donald Trump, criticandolo su più fronti.

La sua ultima sfida al presidente potrebbe arrivare ora da morto: Trump non sarebbe fra gli invitati al suo funerale, dove sono invece attesi gli elogi funebri di Barack Obama e George W. Bush, i due che lo hanno sconfitto. Uno, Obama, nella sua seconda corsa alla presidenza. L’altro alle primarie repubblicane per aggiudicarsi la nomination per la Casa Bianca.

Per Trump, se le volontà di McCain fossero rispettate, sarebbe uno schiaffo, considerato che sono attesi almeno tre ex presidenti all’ultimo addio del senatore. Uno schiaffo politico in un momento difficile per il presidente con l’aumentare dei suoi problemi legali, e che rischia di danneggiarlo in vista delle elezioni di medio termine, che somigliano sempre più a un referendum su Trump.

Trump affida il suo ”affetto e il più profondo rispetto per la famiglia McCain” per la scomparsa del senatore a un tweet. Pochi caratteri per rompere il silenzio su ‘Maverick’, con il quale non è mai corso buon sangue: Trump si è rifiutato di definirlo un eroe di guerra visto che era stato catturato dai vietcong.

McCain non ha mai risposto pubblicamente a parole: ha espresso la sua opposizione a Trump con le azioni, come il ‘no’ in Senato che ha affondato il tentativo di abolire l’Obamacare. Ma anche difendendo a spada tratta i media ritenuti Fake News dal presidente: ”I dittatori iniziano con il mettere a tacere i media” aveva detto McCain senza nominarlo.

Obama lo ricorda come avversario in campagna elettorale. ”Eravamo molto diversi, ma condividevamo la fedeltà a qualcosa di più alto, ovvero agli ideali per cui generazioni di americani e immigrati hanno combattuto, manifestato e fatto sacrifici” afferma l’ex presidente, che invita a guardare al suo coraggio per ”ispirarsi”.

Proprio la difesa di Obama durante la campagna del 2008 è stato uno dei momenti più alti della lunga carriera politica di McCain: nel corso di un comizio una donna gli disse di non fidarsi di Obama perchè arabo. Mccain le aveva preso il microfono e aveva detto: ”E’ una brava persona, un cittadino con il quale sono solo in disaccordo su temi fondamentali”.

Rispetto per l’eroe e il patriota arriva anche da George W. Bush: ”mi mancherà”. L’ex presidente Bill Clinton lo ricorda invece per ”la sua leadership nel mettere in atto i nostri sforzi per normalizzare i rapporti con il Vietnam”. Il Congresso compatto si inchina a McCain, esempio – secondo molti – di una politica che non c’è più.

Messaggi arrivano da tutto il mondo: dal Vietnam che lo ha tenuto prigioniero per cinque anni e dal presidente francese Emmanuel Macron che ne parla come un ”eroe americano”. La cancelliera Angela Merkel ne esalta ”l’impegno nei confronti dell’alleanza transatlantica”.

McCain aveva sospeso solo pochi giorni fa le cure contro l’aggressivo tumore al cervello contro il quale si batteva da oltre un anno, e che lo ha fatto morire nello stesso giorno, nove anni dopo, del suo amico Ted Kennedy, affetto dalla stessa malattia.

Mercoledì prossimo, giorno in cui avrebbe compiuto 82 anni, si terrà la camera ardente in Arizona. Poi a Washington, alla Capitol Rotunda, l’area del Capitol Hill descritta come il suo “cuore simbolico e fisico”. Il senatore sarà sepolto ad Annapolis, capitale del Maryland, dopo un funerale i cui dettagli sono in via di definizione, e che potrebbe essere il suo ultimo schiaffo a Trump.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

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