Allarme M5S e Lega, su manovra e Ue si cerca linea comune

La facciata di Palazzo Chigi
Palazzo Chigi a Roma: sede del governo.

ROMA. – Stop alle fughe in avanti, è l’ora della necessità di un coordinamento. A Palazzo Chigi, in vista dell’autunno “caldissimo”, l’obiettivo di trovare una linea comune che appaia più salda di quella emersa finora si fa più urgente. E, dalla settimana prossima, il governo varerà quelle che, M5S e Lega, definiscono “riunioni tematiche”: ad essere coinvolti saranno, oltre al premier Giuseppe Conte e al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e i ministri via via interessati.

Si parte con l’immigrazione, si proseguirà, molto probabilmente, con la manovra. I temi sono legati e vedono l’Italia navigare in acque europee quanto mai agitate. Alla riunione di Vienna sulla missione Sophia, raccontano fonti della maggioranza, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta avrebbe toccato con mano l’effetto della strategia Salvini. Strategia sulla quale, in Paesi come Francia o Spagna, è partita una vera e propria “campagna contro”. Con la conseguenza di un acuirsi delle resistenze di Bruxelles alle richieste di flessibilità.

Il governo, per ora, resta in bilico tra la rottura totale e il mantenimento di un dialogo. Equilibrio che il premier Conte sarà chiamato a mettere in campo nei prossimi giorni su tutti i dossier che coinvolgono l’Ue, fino alla cruciale riunione dei capi di Stato e di governo del 20 settembre a Salisburgo. Dal governo, in queste ore, assicurano comunque massima collaborazione. Palazzo Chigi smentisce qualsiasi malumore del premier.

Trenta, in un’intervista all’Huffington Post, spiega come tra Lega e M5S i toni a volte siano gli stessi ma “la linea è la stessa, di tutto il governo”. E lo stesso Salvini si dice “contento” dei tre mesi di coabitazione con il M55. Ma il caso Diciotti, la rissa tra Emmanuel Macron e Salvini, la battaglia sui conti e su un possibile veto italiano al bilancio Ue hanno indotto Conte a “chiamare” un coordinamento.

Martedì è già fissata una riunione ad hoc sul dossier migranti. Si tratterà di incontri, di fatto, previsti dal contratto di Governo che parla espressamente di “Comitato di conciliazione” per dirimere i nodi su cui non c’è unanime accordo. Il formato, in fondo, si avvicinerà alle cabine di regia tanto care alla Prima Repubblica anche se, incontrando i giornalisti a margine della conferenza stampa dell’8 agosto, lo stesso Giorgetti ci scherzava su: “tutte queste cabine di regia, ma a che servono?”.

Su diversi temi – dalle pensioni d’oro alla Tav, per fare due esempi – le divergenze tra M5S e Lega permangono. E cresce, nell’esecutivo, la necessità di arrivare ad appuntamenti come quelli del 8-9 settembre Cernobbio non in ordine sparso. Mentre il malumore di una parte del Movimento nei confronti della Lega resta palpabile.

Intanto è il presidente della Camera Roberto Fico a tornare alla carica, marcando le distanze con quel Viktor Orban incontrato solo martedì dal ministro dell’Interno. E il suo intervento, si spiega, non ha come referente indiretto Di Maio – estremo governista dell’universo pentastellato – ma ha un solo uomo nel mirino: Salvini.

(di Michele Esposito/ANSA)

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